Madrid. La capitale della Spagna è conosciuta principalmente per il grande patrimonio artistico e culturale che custodisce, ben evidente nelle strade ed esposto nei tanti musei.
Se si ha in programma un viaggio in questa meravigliosa città non si può pensare di sfuggire alle tre tappe all’insegna dell’arte che la contraddistinguono: il Museo del Prado, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e il meno conosciuto ma altrettanto, se non di più, valido Museo Thyssen-Bornemisza. In queste tre perle sono presenti artisti come Goya, Velázquez, Salvador Dalì, Joan Mirò, Caravaggio e Van Gogh.
Il Prado è uno dei musei più prestigiosi al mondo e colleziona opere d’arte immortali nel tempo. Tra le più belle è importante soffermarsi sul meraviglioso “Las Meninas” di Diego Velazquez, maestoso con i suoi tre metri di altezza e larghezza. Il dipinto ritrae in primo piano Margherita, la piccola della famiglia reale, circondata da altri familiari. Sembrano tutti fissarci, suggerendo, così, di esser noi i protagonisti del dipinto che il pittore affianco a lei sta dipingendo. In realtà i protagonisti di entrambi i quadri sono piccoli e quasi nascosti: la coppia reale riflessa nello specchio sul fondo dell’opera. Girando tra i tre piani e le numerose stanze del complesso verrete catturati da opere come “Le tre grazie” di Pieter Paul Rubens, il famosissimo “Davide e Golia” di Caravaggio, l’autoritratto di Dürer e “L’Annunciazione” del Beato Angelico. Resterete colpiti e persuasi davanti al “3 maggio 1808” di Francisco Goya, data che riporta a uno degli episodi più tristi e cruenti della storia spagnola: la fucilazione dei rivoltosi spagnoli avvenuta per mano dell’esercito francese. Goya descrive con simbolismo la scena, in modo così preciso da farci rivivere quei terribili momenti.
Se si è, invece, fautori dell’arte moderna e contemporanea, vale la pena fare una fila di una mezz’oretta per entrare nell’organizzatissimo Museo de Reina Sofía, dove i protagonisti sono Salvator Dalì, con quadri come “Ragazza alla finestra” o “Il volto del Grande Masturbatore” e Joan Miró, rappresentato da quadri come “Lumaca, donna, fiore, stella”. Ma il gioiello di questo Museo è uno: “Guernica” di Pablo Picasso. Un ammaliante quadro di largo sette metri e lungo tre, dipinto nel 1937, rappresentativo della sofferenza della città basca, dalla quale il quadro prende il nome, a causa dei bombardamenti tedeschi.
Più nascosto e meno conosciuto è il Museo Thyssen-Bornemisza. Paradossalmente, forse, anche il più particolareggiato e vario. Una vera e propria immersione nella storia dell’arte, un viaggio che inizia nel Rinascimento per atterrare nella Pop Art. Sulle pareti campeggiano opere di Caravaggio (con, ad esempio, la “Santa Caterina d’Alessandria”), Van Gogh (tra le tante con “Paesaggio al Tramonto” o “Les Vessenots”), Degas (con “Ballerina verde”), il Ghirlandaio (con “Ritratto di Giovanna”), Hopper (con “Stanza d’albergo”). Al muro appesi anche “Conversazione sotto gli ulivi” di Matisse e un dipinto in cui Dalì diede libero sfogo all’inconscio: “Sogno causato dal volo di un’ape un secondo prima del risveglio”. Davanti a quest’ultimo resterete stupiti, facendo cadere subito l’occhio sulle due tigri che balzano in avanti sulla ragazza addormentata, per poi rendervi conto che una delle due “fuoriesce” da un pesce, che, a sua volta, trae origine da una melagrana.
Un altro luogo da visitare è il “Palacio Real”, residenza dei re da Carlo III ad Alfonso XIII. Ancora oggi è considerata la residenza ufficiale dei reali. Nonostante gli attuali monarchi non vivano in questa sontuosa villa, ci giungono svariate volte, ed infatti alcune stanze sono chiuse al pubblico poiché riservate a loro. Una piccola tappa nei giardini di questo palazzo è d’obbligo per perdersi nei tanti labirinti presenti immersi nel verde e alternati a statue. Dopo una fila di circa un’ora e con un biglietto dal costo di 12 euro è possibile vivere il lusso elegante dei re, passando per la chiesa privata per arrivare alle stanze degli strumenti musicali e di set di piatti e bicchieri, protetti in armadietti altrettanto belli e antichi. La maestosa sala del trono è rimasta uguale a come fu ideata e progettata sotto Carlo III, e se ci si concentra si più tornare indietro nel tempo e sentirsi al suo cospetto come durante una delle sue tante udienze. Era proprio qua che, fino all’ultimo, il re veniva adorato, poiché il suo corpo, dopo la morte, veniva esposto proprio in questa sala prima di essere trasportato nel Pantheon di San Lorenzo el Real. I ricevimenti e le feste venivano svolti nella “Sala delle Colonne”, la cui particolarità è un tappeto raffinato che copre tutto il pavimento; la più bella sala è quella da pranzo, maestosa. Presente in essa affreschi e un enorme tavolo adibito ancora come all’epoca; adiacente ad essa una piccola sala da cui proveniva la musica per allietare gli ospiti. Le 3.000 stanze presentano affreschi e soffitti variopinti, di solito grazie alla mano di Giovanni Battista Tiepolo, e si possono ammirare i dipinti di Caravaggio, Francisco Goya e Velázquez.
Dopo questo viaggio nel tempo è giusto dedicare qualche parola anche alla tanta arte che si respira passeggiando a Madrid. Emblema della città “Plaza Mayor”, fatta costruire da re Filippo III nel XVII secolo, ed è proprio la sua statua ad essere al centro della piazza, statua che rappresenta il sovrano su un maestoso cavallo. Luogo di incontro, di feste e di celebrazioni, la piazza è il fulcro della vita cittadina, con anche bar, ristoranti e negozi.
Immerso nella moderna città si inserisce un elemento singolare: il Tempio di Debod, un tempio egiziano del II secolo costruito durante il regno di Adijalamani di Meroe. L’esterno è tenuto perfettamente e all’interno ci sono stanze caratteristiche che vale la pena visitare. Il momento migliore della giornata per recarsi è il tramonto: se si è fortunati attorno al tempio potrebbe esserci acqua circostante, che riflette gli edifici al suo interno.
“Puerta del Sol” oltre a essere punto di ritrovo per i cittadini madrileni è anche il luogo in cui tutti si riversano il 31 dicembre per aspettare insieme i dodici rintocchi dell’orologio della Casa de Correos, e davanti ad esso la placca che segnala il Kilómetro Cero, punto da cui inizia la misurazione delle differenti strade che partono da Madrid. Se sei un turista non puoi sfuggire alla tradizionale foto dei piedi vicino a questa targa. Inoltre è presente, nella Puerta del Sol, anche la statua caratteristica di Madrid perché con i due elementi presenti nello scudo della città: Oso e il Madroño (l’orso e il corbezzolo).
Per respirare un po’ diverse è necessaria una tappa nel Parco del Buen Retiro, costruito nel 1640. È stato dichiarato Giardino dal valore storico-artistico, con le sue stradine immerse nella natura e le innumerevoli statue presenti. Inoltre è possibile passare un’oretta su una piccola barchetta nel laghetto presente nel giardino, rilassandosi e godendosi il caldo sole della città, per poi fare un giro nella Gran Via, ossia la strada più popolata di Madrid, straripante di negozi e persone.
Per gli amanti della letteratura è d’obbligo una piccola tappa a Plaza de Espana, dove si può ammirare il Monumento Don Quijote De La Mancha, commissionato da Alfonso XIII nel 1915 in occasione del terzo centenario dalla pubblicazione della seconda parte di Don Chishotte. Quest’ultimo e il suo scudiero Sancho Panza sono maestosi sul piedistallo centrale, osservando i passanti dall’alto e invitandoli a scattargli una foto.
Non si può non concludere con due chiese: la “Catedral de la Almudena” e “San Jerònimo el Real”, due gioielli architettonici che raccontano secoli di storia e fede. La Catedral de la Almudena, principale chiesa cattolica della città e sede dell’arcidiocesi, domina la skyline madrilena. La sua costruzione, iniziata nel 1883 e completata solo nel 1993, ha visto susseguirsi vari stili architettonici. Consacrata da Papa Giovanni Paolo II, la cattedrale è dedicata alla Vergine di Almudena e si erge in un dialogo architettonico affascinante con il vicino Palazzo Reale. A breve distanza, San Jerónimo el Real, conosciuta anche come “Los Jerónimos”, affascina con la sua storia che risale al XV secolo. Fondata dai Re Cattolici, la chiesa ha attraversato numerosi cambiamenti stilistici, combinando gotico e rinascimento, con aggiunte barocche. Questo luogo sacro ha ospitato eventi significativi, tra cui l’incoronazione di re Juan Carlos I, e rimane un testimone silenzioso della ricca eredità storica e religiosa della città.
Un’esperienza folkloristica, che permetterà di immergersi a pieno nelle tradizioni della città, è quella che si può vivere nel Monastero del Corpus Christi las Carboneras. Bussando alla porta in legno del Monastero, le suore di clausura vi apriranno la porta e, percorrendo i corridoi del luogo, si arriverà a una stanzetta con la “ruota”, che anticamente serviva per lasciare alle religiose i bambini appena nati. Al posto dei bambini, però, sulla ruota gireranno dei deliziosi biscotti preparati e confezionati dalle suore stesse; basterà chiedere il tipo di biscotto che si desidera comprare e posizionare i soldi nella ruota, attraverso la quale, in cambio, vi consegneranno i dolci.
Madrid è un viaggio attraverso i secoli, nella storia e nell’arte; ogni angolo racconta una storia unica, attraverso monumenti, complessi architettonici e musei di fama mondiale. Chi è un fautore dell’arte non può non immergersi nel cuore pulsante della Spagna, per comprendere la ricca eredità artistica della capitale.
bell’articolo, interessate e godibile