Roma. Una stagione ricca di novità quella del Teatro Vascello, frutto di un lavoro appassionato alla ricerca non solo di grandi titoli e grandi interpreti, ma di sempre motivate e mai casuali scelte programmatiche. Un disegno di ampio respiro, con proposte diverse tra loro ma tutte riconducibili a un progetto culturale unitario sotto il segno della qualità. “Mai più soli” è lo slogan della Stagione 2019 – 2020 che individua nel teatro il luogo ideale e privilegiato per incontrarsi, riflettere e confrontarsi con la realtà e la contemporaneità che ci circondano.
Si rinnovano relazioni già collaudate e si concretizza una nuova e inedita collaborazione con la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, oggi guidata da Carolina Rosi con la quale il Teatro Vascello condivide ideali e futuri progetti. Il nuovo abbonamento di prosa è composto da 9 proposte di artisti diversi per sensibilità, ma accomunati dal loro indiscusso talento.
Drammaturgia contemporanea con Stefano Massini, Spiro Scimone, Enzo Moscato: Alessandro Preziosi è l’intenso protagonista di “Vincent Van Gogh L’odore assordante del bianco”, uno spettacolo prodotto da Khora.teatro con la regia di Alessandro Maggi e la drammaturgia di Massini – asciutta ma ricca di spunti poetici – che riflette sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. Scimone e Sframeli si misurano per la prima volta con Pirandello e con i “Sei personaggi” in una versione calorosamente festeggiata che, dopo una lunga tournée, arriva finalmente a Roma; uno spettacolo in perfetto equilibrio tra comicità e feroce ironia diretto da Francesco Sframeli, anche in scena con un nutrito cast di giovani attori.
Una sanguigna e tenerissima Imma Villa diretta da Carlo Cerciello, dà voce e corpo a “Scannasurice” di Enzo Moscato, uno spettacolo emozionante pluripremiato che torna a Roma dopo gli unanimi consensi ottenuti dal pubblico e dalla critica e che è ormai diventato un apprezzato piccolo “cult”.
Due i classici: “La tempesta” di Shakespeare e “La locandiera” di Goldoni. Quella che arriva dal Teatro Biondo di Palermo, a firma di Roberto Andò è una “Tempesta” ricca di spunti visionari, di elegante fattura e densa di suggestioni; nel ruolo di Prospero un attore di talento come Renato Carpentieri affiancato, tra gli altri, da Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Gaetano Bruno e Giulia Andò. Sorprende e fa sorridere “La locandiera”, nella versione della Compagnia Proxima Res di Tindaro Granata: una brillante edizione, diretta da Andrea Chiodi, fedele all’originale, ma non priva di trovate che la rendono piacevolmente attuale.
Teatro musicale con Moni Ovadia, artista ironico, narratore dotato di straordinaria lucidità: a 25 anni dal primo “Oylem Goylem”, mette in scena un nuovo spettacolo con nuove storie, umorismo yiddish, canzoni, barzellette, musica klezmer.
Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Gadda e Pasolini Fabrizio Gifuni continua la sua lacerante antibiografia di una nazione; in “Con il vostro irridente silenzio” si confronta con alcuni degli scritti più scabri della storia d’Italia: le lettere dalla prigionia e il memoriale di Aldo Moro. Gifuni dedica inoltre con “Fatalità della rima” una serata a Giorgio Caproni, poeta livornese che visse una parte importante della sua vita a Monteverde, a due passi dal Teatro Vascello. Atteso ritorno a Roma è quello di Marco Paolini, straordinario affabulatore, con “Filo filò”, il suo più recente lavoro prodotto da Jolefilm che riflette sui cambiamenti determinati dalle nuove tecnologie sulla nostra vita quotidiana.
Rezza & Mastrella, “Leone d’Oro alla carriera” alla Biennale Teatro di Venezia 2018, sono di casa al Vascello che dedica quest’anno ai due artisti una piccola “personale”. Sarà l’occasione per vedere (o rivedere) “Fotofinish”, uno dei cavalli di battaglia della coppia, un classico della loro graffiante e surreale comicità, “Bahamuth”, scatenato e spassosissimo montaggio dadaista; “Anelante” storia di un uomo alla continua ricerca della sua dimensione.
Un’ampia sezione è quella dedicata ai progetti di teatro, alla danza, alla musica. Inaugura i progetti teatrali “The night writer – Giornale notturno” di Jan Fabre. Lo interpreta Lino Musella che diventa Fabre in questa opera autobiografica dell’artista belga in cui emergono le intriganti sfaccettature e gli affascinanti pensieri di uno dei maggiori esponenti dell’arte e del teatro contemporaneo.
Un focus è dedicato a Roberto Latini, regista, attore e performer di originale personalità: “La delicatezza del poco e del niente” è un concerto poetico di parole su alcune delle composizioni più intense di Mariangela Gualtieri; “Il cantico dei Cantici” è un poema antico al quale Latini sa infondere nuove energie; “Sei. E dunque, perché si fa meraviglia di noi?” è una rielaborazione drammaturgica del capolavoro pirandelliano interpretato da PierGiuseppe Di Tanno che, solo in scena, dà voce a tutti i personaggi.
Una novità è “Venezia a Roma”, un progetto che nasce in collaborazione con la Biennale Teatro di Venezia con l’intento di sostenere il lavoro di giovani artisti. Ospite quest’anno è Giovanni Ortoleva, regista under 30, menzione speciale alla Biennale 2018 che presenta “Saul” liberamente tratto dall’Antico Testamento e ispirato al testo di André Gide, drammaturgia dello stesso regista e di Riccardo Favaro.
Quattro sono gli appuntamenti con la danza: il Balletto di Roma arriva con due lavori inediti: “Hu_Robot” su coreografie di Ariella Vidach e “Sogno, una notte di mezza estate” firmato da Davide Valrosso; Ricky Bonavita con la Compagnia Excursus presenta in prima nazionale “Alma Tadema”; “Dancing partners” è un progetto europeo in rete che vede coinvolti artisti di diverse nazionalità (Italia, Spagna, Svezia, Inghilterra); “Vivaldiana” è infine il titolo del nuovo lavoro della Spellbound di Mauro Astolfi ispirato al musicista veneziano.
Spaziano dal classico al popolare le proposte musicali: tre gli appuntamenti di “Calendario Civile” (programma che trae ispirazione dal libro di Alessandro Portelli, per non dimenticare i grandi avvenimenti che hanno segnato la storia dell’Italia e dell’umanità) realizzati in collaborazione con il Circolo Gianni Bosio: Moni Ovadia rilegge i grandi poeti greci in “Romeosini Grecità”; Dario Marconcini anche in scena con Giovanna Daddi e Emanuele Carucci Viterbi propone – in occasione della Giornata della Memoria – “La mamma sta tornando, povero orfanello” di Jean Claude Grumberg; dedicato al ricordo del disastro di Chernobyl è “Bob Dylan, pioggia e veleno” con Alessandro Portelli, Piero Brega, Susanna Buffa, Sara Modigliani.
La Scuola Popolare di musica Donna Olimpia e l’Orchestra di Villa Pamphilj arriva con “Lucignolo e gli altri” singspiel originale per soli, cori e orchestra diretto da Fabrizio Cardosa; “Di voce in voce” è la proposta di Nando Citarella, un viaggio tra musica e parola con ospiti diversi ogni sera; “Ovidio Heroides Metamorphosis” è l’incontro artistico tra Manuela Kustermann, interprete di alcune pagine del poeta latino Ovidio e Cinzia Merlin, virtuosa pianista; “Soul”è un concerto della More than Gospel diretto da Vincenzo De Filippo.
Chiusura con due spettacoli di drammaturgia italiana contemporanea:”La consuetudine frastagliata dell’averti accanto” di Marco Andreoli diretto e interpretato da Daniele Pilli e Claudia Vismara e “L’uomo più crudele del mondo” scritto e diretto da Davide Sacco.