Metanástes “Emigranti”, a Prato in prima assoluta l’opera del Maestro Scattolin

Prato. Il 19 dicembre, alle ore 21:00, la chiesa di San Bartolomeo a Prato ospiterà l’opera musicale Metanástes, ovvero “Emigranti”, composta dal Maestro Pier Paolo Scattolin. Si tratta di una cantata composta da 15 numeri chiusi per voce recitante, soli, voci bianche, due cori e orchestra.
Lo spettacolo, che andrà in scena in prima assoluta proprio in questa occasione, vede coinvolti 94 elementi, tra i quali i membri dell’Associazione Corale Euphonios, nella sua triplice formazione (voci bianche, coro giovanile, Euphonios Vocal Ensemble), la Camerata Strumentale Città di Prato, ed i solisti Sara Mazzanti (soprano), Benedetta Gaggioli (soprano), Giovanni Petrini (tenore), Sandro Degl’Innocenti (baritono), oltre a Fabio Mascagni nella veste di narratore.
Il tema è quello del viaggio burrascoso dei migranti, ricamato attorno alle vicende di Ulisse, in un intreccio di canti popolari, di poesie, di suggestioni filosofiche e dialoghi che lo inquadrano dando un senso di compiutezza alla trattazione.

“Nel mondo antico, più portato di quello attuale alla proiezione poetica e alla creazione dei miti”, scrive l’autore nella introduzione all’opera, “l’Odissea di Omero e più tardi nel mondo latino anche l’Eneide di Virgilio rappresentano l’ineludibile impulso umano rispondente alla sopravvivenza e al miglioramento della propria condizione di vita, alla ricerca oltre le credenze culturali e le imposizioni del potere civile o religioso, al desiderio di tornare al luogo d’origine dopo una guerra o un duro periodo di lavoro in terra straniera”.
Di Ulisse, in particolare, si accoglie il turbamento, il dolore degli “affetti spezzati”, separati dal mare che i Numi hanno frapposto tra il destino del migrante ed il suo desiderio di casa.

“Per questo il viaggio mediterraneo di Ulisse, la transumanza del pastore, l’emigrazione italiana, africana, asiatica, sudamericana e dell’est europeo – fra cui quella più attuale del popolo ucraino – sono accomunati dalla ricerca di un affetto e di un abbraccio sincero, o dal senso di accoglienza di una semplice ninna nanna”. Questi i cardini della poetica che sottende il percorso di Metanástes, una riflessione sulla sofferenza e l’irriducibilità di alcuni valori morali che esprimono l’etica della dignità umana.

I testi, in parte cantati e in parte declamati come fossero “recitativi”, con e senza accompagnamento, sono tratti da Omero (3, 7, 10, 12-14), Gianni Rodari (4, 7), Umberto Saba (4-7, 12), Dante Alighieri (6), Pietro Barbera (7, 9-10), Saffo (8), Banda Bassotti, Caparezza e Modena City Ramblers (11), Anonimi (Il canto della sposa, 14; Lu pecherare, 9).
Una poetica multiforme quella dell’opera, che riflette la vocazione artistica dell’autore, musicista di rilievo internazionale e appassionato di letteratura classica.

Pier Paolo Scattolin, bolognese, classe 1949, è infatti un direttore d’orchestra e di coro, oltre che compositore, diplomato presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna in musica corale e direzione di coro (1974), in composizione (1980), e in direzione d’orchestra (1982). È, inoltre, laureato in Lettere classiche presso l’Università di Bologna, e dal 1976 è direttore artistico della Società Corale Euridice (la più antica istituzione corale di Bologna), con la quale svolge attività concertistica a cappella e sinfonico-corale. Dal 2013 è infine direttore della Cappella musicale di S. Biagio Di Cento (Ferrara).

“L’opera è stata commissionata in occasione del decimo anniversario dell’Associazione corale”, dice Elia Orlando, il fondatore dell’Associazione Corale Euphonios. “Cadeva nel 2020. Poi il Covid ha complicato un po’ le cose…ma, finalmente, eccoci pronti a portare in città un capolavoro di un grande Maestro”.
In una conversazione privata tra il Maestro Scattolin e l’Associazione, questo ammette che la commissione è stata un’opportunità per riflettere su un tema sempre più attuale, sempre più oggetto di animose discussioni, pur meritevole di essere riportato, da una dimensione politico-burocratica, ad una più umana, di incontro con l’altro.

Si può affermare che l’intento più intimo dell’autore sia portare in scena, davanti al pubblico, il migrante come persona, con, negli occhi, “una strascicata speranza”, e le sue nude mani, “come artigli sulla vita, sottratta alla furia delle onde”.
Al fine della introduzione all’opera, l’Associazione Corale ha organizzato tre momenti di confronto con la città di Prato sul tema portante, la migrazione.

Il primo, programmato per il I dicembre, alle ore 15:00, si terrà presso l’Oratorio cittadino di Sant’Anna, e sarà una giornata di condivisione tra l’associazione e culture diverse, in un laboratorio corale di scambio della propria visione della musica. La sera terminerà con una cena, aperta alla cittadinanza.

Il secondo incontro è programmato per il 6 dicembre, alle ore 21:00, presso la chiesa di S. Bartolomeo, quando interverranno tecnici del settore dell’immigrazione, per l’inquadramento del fenomeno, e le istituzioni, perché presentino le sfide della politica sul punto. In particolare: Miriam Garavello, operatrice di Pane e Rose – Cooperativa Sociale, offrirà un quadro sul funzionamento dei centri di accoglienza, mettendo in luce i punti di forza e di debolezza del sistema accoglienza; Massimiliano Lotti, della Caritas Diocesana di Prato, fotograferà i dati emergenti dall’ultimo Report delle Povertà; Maria Logli, Assessora alla città contemporanea del Comune di Prato, indicherà le strade che la politica intende percorrere in relazione al fenomeno.

Il terzo incontro, previsto per il 9 dicembre alle ore 21:00, ancora presso S. Bartolomeo, sarà un’introduzione musicale ed una guida all’ascolto accompagnata dai Maestri Orlando e Scattolin. Interverranno anche il parroco, che ospita l’evento, don Marco Natali, e Giulia Martini, responsabile di unità organizzativa complessa “immigrazione e pari opportunità” presso il Comune di Prato.

La rappresentazione di Metanástes incarna uno slancio vitale, ancorché controcorrente, nel panorama musicale italiano. Molti i teatri ed i direttori artistici che tengono lontana la musica contemporanea dalle proprie sale, certamente per evitare investimenti rischiosi, ma così finendo per alimentare la crisi del linguaggio musicale (se non “l’analfabetismo sonoro” del pubblico, come direbbe il Maestro Carlo Boccadoro).

Una scommessa, quella di incontrare l’accoglienza del pubblico, che trae sostegno dal grande successo, nel 2023, della prima assoluta di “The song of the ladder”, church opera di Hazel Gould, musicata da John Barber, ed a questo commissionata dalla Camerata strumentale “Città di Prato”.
Anche in questa occasione, Prato si conferma città d’arte contemporanea, un centro ancorato al presente e proiettato al futuro, non riducibile a quella rappresentazione, difficile da scardinare, che la vorrebbe un mero polo industriale.

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