Torino. Come agli albori del Circo, gli spettatori si avventurano in uno spazio intimo per vedere da vicino il diverso, il fenomeno. Lo chapiteau di Miss Lala è una dimora calda, accogliente. Qui, rivivono frammenti, memorie, aneddoti e suggestioni. Marigia Maggipinto sarà in scena con lo spettacolo “Miss Lala al Circo Fernando” al Teatro Café Müller di Torino sabato 27 gennaio alle ore 21, nell’ambito della stagione teatrale organizzata dal centro nazionale di produzione blucinQue Nice, la cui direzione artistica è affidata alla coreografa e regista Caterina Mochi Sismondi.
Maggipinto compone un racconto in cui a tratti riemerge la sua danza. La presenza di Pina Bausch aleggia ispirando da un mondo lontano la sua danzatrice, che si fa corpo e parola sulle corde sottili della memoria e della passione per il lavoro, una traccia indelebile nella sua esperienza di vita. È il viaggio di un’interprete rara e preziosa, tutta da riscoprire, tra danza, teatro e narrazione, votata a decollare in un numero di alto equilibrismo.
“Miss Lala al Circo Fernando”, con la coreografia e regia di Chiara Frigo e la drammaturgia di Riccardo De Torrebruna, si ispira al celebre quadro di Degas: il Circo Fernando era frequentato dalla classe media parigina e amato dai giovani pittori dell’epoca. Tra le sue attrazioni più amate vi era una donna, Mademoiselle La La, acrobata e trapezista di fama europea. In quest’opera Degas non racconta l’audacia del numero interpretato da Mademoiselle La La, bensì intende raffigurare il momento in cui lei si libra in aria. Qui il circo non si traduce in elementi estetici o scenografici visibili, è un luogo metaforico dove provare acrobazie. Come una trapezista, Marigia tenta un numero di alto equilibrismo restando in bilico sul filo teso della memoria. Seduta in scena con un vestito dai toni dorati, accoglie gli spettatori man mano che entrano in platea, a sancire un patto di accesso nel suo luogo più intimo.
“La presenza di Pina Bausch aleggia, innescando dinamiche e racconti. Io mi faccio tramite attraverso il corpo e la parola pronta a improvvisare sulle corde sottili della memoria – spiega Maggipinto -. La connessione con Pina è percepibile tra le righe. È su un piano spirituale che lei lentamente si delinea ed emerge dal racconto. Non è un omaggio a Pina Bausch né tanto meno uno spettacolo che parla della grande coreografa. È la mia storia. Il Teatrodanza di cui ho fatto parte è sicuramente stato un linguaggio all’avanguardia e la danza aiuta l’individuo a sentire un’altra condizione del corpo e dell’anima, che forse lo porterebbe a comportarsi in modo diverso nella società”.
“Miss Lala al Circo Fernando ha un seme creativo che contiene i geni della nostra memoria – spiegano la coreografa Chiara Frigo e il drammaturgo Riccardo de Torrebruna -, i tasselli di una Storia che rischiamo di perdere. Quella forma di trasmissione del sapere che orientava le comunità arcaiche, i racconti degli anziani, le favole dei bambini. In una fase dell’umanità che sta completando la sua transizione nel mondo virtuale della tecnologia, ritroviamo qui i fili di una narrazione orale, animata da un corpo che parla e danza allo stesso tempo, fedele al testamento spirituale di una delle più grandi artiste del Novecento”.