Milano. Sabato 15 aprile alle ore 17, presso Anteo Palazzo del Cinema, Moovie propone una proiezione speciale del film “Il Buco“ di Michelangelo Frammartino. Verrà proiettato nella sala Astra, dotata di sistema audio Dolby Atmos, con diffusione del suono anche dall’alto.
Saranno presenti in sala il regista e gli autori delle riprese audio, del montaggio del suono e del mixaggio (Simone Olivero, Paolo Benvenuti, Matteo Gaetani, Benni Atria, Marco Saitta) pluripremiati a Venezia, in Europa e dalla Giuria dei Critici, per la presa diretta.
Il film, narrando il viaggio compiuto da un gruppo di speleologi negli anni ’60 alla scoperta dell’abisso del Bifurto, permette di interrogarsi sul rapporto tra umano e paesaggio, sul significato dell’esplorazione dell’ignoto, sugli effetti dello svelare ciò che si trova oltre i confini del conosciuto.
Il sottosuolo costituisce, di fatto, l’ultima frontiera che esiste sul nostro pianeta. Un luogo che non conosce luce ma dove il suono è presente da sempre.
L’eccezionalità dell’esperienza sonora è anche il risultato di una avveniristica presa diretta multicanale, un sapiente montaggio e un complesso lavoro di allineamento e distribuzione delle sorgenti audio. Un processo che ha consentito di riprodurre il paesaggio sonoro in modo assai aderente a quanto effettivamente udibile dentro la grotta.
“Il Buco” è un film pensato per essere visto al cinema, nel buio della sala, insieme ad altri. Immergendo il pubblico nella stessa sostanza degli speleologi.
Il film sulla scoperta dell’allora seconda grotta più profonda al mondo, nell’entroterra calabrese del Pollino, tra Cerchiara e San Lorenzo Bellizzi, è stato pluripremiato: Premio speciale della giuria (78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2021), Miglior suono europeo (European Film Awards 2022); Miglior sonoro in presa diretta (Nastri d’argento 2022), (Ciak d’oro 2021).
Simone Olivero, fonico di presa diretta, che oggi dirige il reparto audio di Moovie Film Service Company, racconta: “Le sfide affrontate durante la realizzazione delle riprese del suono sono state impegnative. Prima di progettare le riprese è stato indispensabile imparare a muoversi e a vivere nel sottosuolo, cosa che ha richiesto un faticoso e lungo addestramento. Una volta conquistata la necessaria confidenza, grazie alla sapiente guida di diversi appassionati speleologi ed in particolare di Nino Larocca, ispiratore di questa avventura, abbiamo cercato gli strumenti più adatti per restituire la sensazione che stavamo noi stessi vivendo. Abbiamo sperimentato diverse soluzioni tecniche prima di decidere di affidarci a microfoni molto sensibili ma delicati, sapendo che sarebbe stato complesso garantirne il funzionamento nelle condizioni di elevata umidità in cui avremmo dovuto lavorare, ma che ci avrebbero permesso di rilevare e registrare con estrema definizione e accuratezza non solo gli eventi sonori principali ma anche tutte le loro componenti secondarie dovute alla particolare riverberazione degli ambienti sotterranei”.