Napoli. “Musiche al crocevia – Anniversari della musica italiana del XX secolo”, sostenuta dal MIC, si conclude domenica 26 novembre alle ore 20.00 presso la Sala Scarlatti del Conservatorio San Pietro a Majella (Napoli, Via San Pietro a Majella 35), con “Rendering ‘Ricordo al futuro’”, concerto della Nuova Orchestra Scarlatti diretta da Maurizio Dini Ciacci, e con Gaetano Russo clarinetto solista.
Il concerto propone due grandi pagine sinfoniche in cui passato e presente si fondono in una sintesi creativa, frutto dell’amore di Luciano Berio per la memoria: Opus 120 No. 1, trascrizione orchestrale del 1986 di una delle opere più ‘progressive’ dell’ultimo Brahms, la Sonata per clarinetto e pianoforte op. 120 n. 1; Rendering per orchestra (1989), restauro creativo degli abbozzi inediti della Decima Sinfonia di Franz Schubert.
Questo concerto ne rievoca un altro, di notevole importanza per le cronache culturali di Napoli: la prima esecuzione italiana di Rendering, realizzata dall’Orchestra Scarlatti della RAI di Napoli, diretta dallo stesso Luciano Berio, nel maggio 1992, in quella che sarebbe stata l’ultima stagione sinfonica dell’Orchestra napoletana. Gaetano Russo, che sarà clarinetto solista in Brahms, era anche primo clarinetto della Scarlatti in quel concerto.
Aggiunge attualità e interesse all’occasione il fatto che a dirigere la Nuova Orchestra Scarlatti sarà un protagonista diretto delle vicende che stanno dietro la nascita di queste opere, il Maestro trentino Maurizio Dini Ciacci, che per svariati anni ha collaborato con Berio, come egli stesso afferma “in un clima di preziosa e irripetibile amicizia: con lui ho instaurato un rapporto di collaborazione professionale molto intenso e variegato, determinante per la mia crescita artistica. La presenza nel programma della trascrizione per clarinetto e orchestra della Sonata in Fa di Brahms rimane per me particolarmente significativa in quanto ho potuto seguire dal vivo la genesi di questo brano, apprezzando senza riserve la straordinaria capacità di Berio di riscrivere un capolavoro conclamato e far risplendere di nuova luce la musica del passato”.
Quanto a Rendering, uno splendido Schubert inedito è ricostruito con un restauro creativo che, come scrive lo stesso Berio, vuole “riaccendere i vecchi colori senza però celare i danni del tempo e gli inevitabili vuoti creatisi nella composizione. Nei vuoti tra uno schizzo e l’altro ho composto un tessuto connettivo sempre diverso e cangiante, sempre pianissimo e ‘lontano’, intessuto di reminiscenze dell’ultimo Schubert”.
Ne viene fuori un avvincente palinsesto sonoro che rivela lo stupefacente clima espressivo dell’Andante, che sembra abitato dallo spirito di Mahler, e l’affascinante disegno polifonico dell’Allegro finale. Rendering è una splendida prova di come Berio sappia, secondo le parole del grande critico musicale Paul Griffiths, “dissotterrare il futuro sepolto nel passato”. Un appuntamento da non perdere.