Torino. Eccomi all’OFF TOPIC, hub culturale della città di Torino e luogo di sperimentazione di tutte le arti, fondato da Daniele Citriniti in collaborazione con varie associazioni culturali torinesi e grazie al supporto di Regione Piemonte.
Entrando in questo “perimetro filosofico” è impossibile rimanere indifferenti e non lasciarsi inebriare dalla creatività e dall’amore per l’arte che emana questo spazio ed è altrettanto difficile non captare le stesse sensazioni dalle parole di Daniele, che ho avuto il piacere di intervistare.
Daniele, quali aspetti della tua carriera da musicista sono stati fondamentali nella scelta di intraprendere un percorso da artist manager?
Nella mia carriera da musicista, sia suonando da solo che collaborando con band e gruppi vari, ho sempre notato una grande lacuna dal punto di vista della performance live: la mancanza, soprattutto all’inizio della carriera, di uno spazio dove poter sicuramente suonare, ma anche sentirsi apprezzati e valorizzati dall’organizzatore della serata o dal proprietario del locale. Mettere a proprio agio un musicista vuol dire non solo fornirgli un luogo dove poter far musica, ma anche lavorare al suo fianco nella promozione e nella realizzazione dell’evento e mostrargli stima e rispetto per il “valore aggiunto” che la sua performance porta al locale in questione e, purtroppo, questo aspetto, quando si è agli inizi, spesso viene tralasciato.
È stata proprio l’assenza di questo lato della musica dal vivo a far sorgere in me e nei miei collaboratori la volontà di offrire ai musicisti un’alternativa: è così che nel 2009 nasce _resetfestival per dare spazio alle esibizioni di musicisti emergenti e per fare luce anche su tutti quegli aspetti che precedono lo show, ma che sono ugualmente fondamentali per la buona riuscita di un concerto.
Grazie a questa esperienza mi sono appassionato all’idea di affrontare un percorso da “addetto ai lavori” e sono diventato manager di Andrea Laszlo De Simone e del gruppo Eugenio In Via Di Gioia. Non ho mai smesso di essere un musicista e ciò è e continuerà ad essere fondamentale nel mio lavoro, in quanto mi permette di comprendere e di aiutare chi seguo nello sviluppo del proprio progetto, della propria idea e del messaggio che vuole trasmettere al pubblico.
Quali sono le opportunità che una città come Torino offre ai musicisti emergenti che desiderano concentrarsi sulla musica dal vivo?
Torino è sicuramente sempre stata una città molto reattiva alla musica dal vivo e con un potenziale molto alto visto il grande fermento e la varietà dei contenuti. Per studiare questo aspetto e approfondire il settore live è stato utile per esempio lo sviluppo del progetto “IO SONO LA MUSICA CHE ASCOLTO” che nel 2018 e nel 2019 ci ha permesso di esaminare l’interesse della città per la musica live conducendo una vera e propria analisi da un nuovo punto di vista, quello del pubblico. Questo progetto ci ha permesso di identificare migliaia di concerti nei due anni di ricerca, da quelli mainstream all’interno dei palazzetti a quelli più piccoli nei circoli e club, dal centro alle aree periferiche ottenendo, oltre ai dati quantitativi, anche quelli qualitativi che uno solo studio dall’alto non avrebbe mai potuto concederci. Purtroppo, nel 2020 e durante quest’anno, con l’arresto degli eventi dal vivo, abbiamo dovuto mettere in stand-by quest’indagine, ma siamo intenzionati a proseguire con la ricerca, anche ampliando ai luoghi di produzione, promozione, diffusione e ai professionisti del settore. È sempre efficace osservare i cambiamenti e le evoluzioni a distanza di tempo e analizzarli nell’ambito dei contesti più differenti, siamo quindi convinti che la buona riuscita della nostra mission non risulterà compromessa dall’interruzione dovuta a questa pandemia.
Per quanto riguarda le elezioni del Nuovo IMAIE, che si terranno dal 22 al 24 maggio, cosa ti unisce ai tuoi compagni di squadra? Perché credi che insieme possiate formare un team efficace?
Certamente è motivo di unione il fatto che, nonostante molti noi si occupino di generi e di tipi di musica differenti, tutti noi candidati possiamo essere riconosciuti e definiti come musicisti e ciò ci tiene indubbiamente legati alla matrice principale di questo ente, ovvero la musica. Inoltre, io come molti miei compagni di squadra, abbiamo fatto della nostra carriera anche un’occasione per portare cambiamento, rinnovare il volto del panorama musicale italiano e in certi casi combattere vere e proprie battaglie per difendere i nostri diritti. Siamo tutti convinti di doverci impegnare affinché il Nuovo IMAIE compensi le mancanze che a tutt’oggi esistono nel rispetto, nell’aiuto e nella tutela ai lavoratori dello spettacolo. Sicuramente uno dei primi aspetti su cui il Nuovo IMAIE e la SIAE possono e devono lavorare è la competizione con i grandi player del digitale affinché riconoscano ai musicisti ciò che gli spetta, cosa che come sappiamo è ancora molto complicata e poco organizzata in Italia.
Quali aspetti della tua esperienza nel mondo delle nuove tecnologie credi possano risultare importanti nel rinnovare il volto di questo ente?
Principalmente credo sia importante rendere più fruibile e utile questo strumento per i nuovi artisti allo scopo di farlo crescere e di acquisire sempre più iscritti, obiettivo che si può raggiungere solo rendendolo più accattivante e attraente già a partire dal sito web che dovrebbe diventare più facile da utilizzare e più intuitivo. Efficacia, velocità e trasparenza sono le caratteristiche fondamentali che deve acquisire questo ente ed è imprescindibile lavorare sulla digitalizzazione e sullo sviluppo tecnologico per aumentare il supporto ai suoi associati e la sicurezza nei confronti di questi. Ciò si può fare solo se i membri del Nuovo IMAIE sono veramente interessati ai diritti dei lavoratori dello spettacolo e connessi e indissolubilmente legati al panorama artistico e musicale italiano.
Se queste sono le prospettive, non possiamo che augurarci che Daniele e i suoi compagni riescano nell’avventura che hanno deciso di intraprendere.
Crediti foto Francesca Sara Cauli, Ste Brovetto e Damiano Andreotti.