Napoli. Si svolgerà a Napoli dall’8 al 31 gennaio 2022, nel suggestivo Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, sito in Piazza Monteoliveto, 4 a Napoli, la seconda edizione della mostra “Neapolis. Nuova città, nuove arti” dedicata alle più recenti tendenze dei linguaggi artistici.
Dopo uno stop forzato causato dalla pandemia, SIEDAS – Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo – ha deciso di dare nuovamente voce a 20 giovani artisti provenienti dalle principali Accademie di Belle Arti italiane e non solo.
Ancora una volta, per la sede dell’esposizione la scelta è ricaduta sul capoluogo partenopeo, innegabilmente caratterizzato da una fervida accoglienza nei confronti degli stimoli culturali.
I protagonisti della seconda edizione saranno Marco Abrate, Federico Aprile, Esmeraldo Baha, Alessio Capaccio, Fabrizia Cesarano, Francesca Calzolari, Xiaoxiang Duan, Lisa Guerra, Jiayi Guo, Tiziana Leobruni, Riccardo Masini, Neri Muccini, Lorena Pacelli, Jessica Passarini, Tommaso Rabino, Claudia Rivoli, Gianmarco Savioli, Angelica Speroni, Corina Surdu, Yu Wang.
Le opere, che anche in questo caso spaziano dalla pittura alla scultura senza trascurare installazioni video, confermano la volontà dell’arte di assumere forme infinite senza snaturarsi ma, al contrario, valorizzando la molteplicità dei suoi linguaggi.
Con “Mai e di nuovo”, Marco Abrate, attraverso la pareidolia (capacità di vedere immagini e forme ovunque), pone in evidenza l’aspetto vitale della creatività, ribadendo la necessità che essa ritorni ad essere spunto per scelte libere e consapevoli. “Tempograve” di Federico Aprile rappresenta il desiderio di portare con sé i temporali e si configura come la metà di un contenitore da viaggio, ormai materia bruciata da quel fulgore che si scatena al suo interno. In “Autoritratto”, Esmeraldo Baha cerca di sovrapporre due immagini fotografiche del corpo con l’intento di ottenere un risultato pittorico giocoso. Alessio Capaccio, invece, propone una nuova versione della “Venere di Monruz” rappresentando una donna, o meglio, le forme di un corpo femminile in grado di suscitare un sentimento devozionale verso il potere procreativo. Le “Trame topografiche” di Fabrizia Cesarano intendono trasmettere quel senso di naturalezza e essenzialità che si coglie nelle mille e caotiche sfaccettature della città di Napoli, perché è nell’imperfezione e nel disordine che si trova il senso che dà linearità a tutto. In “Contrariè” Francesca Calzolari inserisce il colore e la gestualità materica, due elementi che le permettono di dare forma a idee e concetti, rendendo reale il suo mondo interiore. Con la sua prima serie fotografica denominata “Il sé”, Xiaoxiang Duan mette in discussione l’esistenza dell’individuo: l’artista ritiene che ogni neonato sia un foglio bianco sul quale la cultura, gli studi e le influenze esterne lasciano tracce peculiari col passare del tempo. “Non più soldi” di Lisa Guerra è un progetto che parte dalla volontà di far decadere l’importanza e il valore del denaro attraverso la modifica dell’immagine, rendendo unica ed irreplicabile qualcosa di comune ed omologato. Con il dipinto “Guardando i fiori nella nebbia”, Jiayi Guo si interroga sulla debolezza e la libertà della donna cercando di bilanciarne la forza e l’indipendenza sotto la fragile superficie. L’opera “Luce” di Tiziana Leobruni intende esplorare il difficile e delicato momento di smarrimento vissuto negli ultimi tempi a causa delle vicissitudini che hanno toccato profondamente l’artista come l’incendio di Notre Dame, episodi che si intrecciano con il vissuto doloroso di Leobruni. “La Grande Lira” di Riccardo Masini prende l’avvio da un dialogo stretto con la natura e, soprattutto, con la capacità che egli riconosce alla natura di modificare la percezione che ha lui della forma, che viene osservata e ricondotta dentro il percorso dell’opera nel suo stato di assoluta potenzialità. Neri Muccini presenta “Coralliha”, un dipinto che fa parte di “Territorio Circolare”, progetto sviluppato nel corso del 2020: la sua ricerca artistica si concentra sulla dilagante tendenza umana nel voler soggiogare la natura nelle sue varie manifestazioni, piegandola con forza al proprio dominio. “Incapsulati” di Lorena Pacelli è una serie di piccole capsule al cui interno sono conservate delle figurine raffiguranti familiari, amici e sconosciuti bloccati in un momento di routine quotidiana. Richiama il congelamento temporale e sentimentale a cui siamo costretti in tempi di quarantene. “Equilibrio/12 – Siamo chi siamo” di Jessica Passarini indaga il tema della spazialità attraverso una pittura di natura geometrica in collegamento con l’ambiente circostante. Importanti sono anche la continuità e il ritmo delle forme, che, attraverso un equilibrio visivo, lasciano aperta la possibilità di un proseguimento nello spazio e nel tempo. L’opera scultorea in marmo di Tommaso Rabino parte da un oggetto che segna e segnerà in maniera indelebile il nostro tempo: “Impronta”, vista come impronta digitale di questo momento storico accorato, grigio e inanimato. “Endorama 3” di Claudia Rivoli, che deriva dal latino “tra i rami”, rappresenta la condizione umana – un uomo moderno sempre più lontano dalla Madre Terra e dallo sguardo divino, consapevole e allo stesso tempo ignaro della propria condizione. “Forme pesanti – 2/5 massi” di Gianmarco Savioli è parte di un progetto più ampio, “Forme pesanti”, che si instaura nella sfera della percezione visiva finalizzata al movimento e all’interazione con l’osservatore come manifestazione del corpo, inno all’autonoma consapevolezza dell’agire. Le “Persistenze” di Angelica Speroni esplorano l’incontro tra pittura e fotografia, affrontando la bellezza e la sua percezione sinestetica attraverso la memoria visiva. “Sotto la superficie ghiacciata III” di Corina Surdu è una xilografia, genere a cui l’artista si dedica di consueto perché considerato come creazione di luce nelle tenebre. Dalla superficie buia e fosca Surdu ricerca la luce ed il suo potenziale chiarificatore. Le pitture di Yu Wang possono suggerire diverse letture, come una mappa, un sistema nervoso del corpo umano e un microcosmo di immagini figurative e astratte che trasmettono messaggi diversi allo spettatore. Dipende tutto da chi le osserva. Sede della mostra sarà il prestigioso Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, realtà emblematica del gusto rinascimentale toscano a Napoli grazie alle preziose testimonianze di arstisti del calibro di Benedetto da Maiano, Antonio Rossellino e Giorgio Vasari. Il vernissage, previsto per sabato 8 gennaio alle ore 17.30, si aprirà con i saluti del curatore della mostra nonché Presidente SIEDAS, Fabio Dell’Aversana. Seguiranno poi le prolusioni di presentazione di Dario Giugliano, Ordinario di Estetica nell’Accademia di Belle Arti di Napoli, e di Francesco Maria Lucrezi, Ordinario di Diritto romano nell’Università degli Studi di Salerno. Previsti, inoltre, i saluti istituzionali di Padre Salvatore Fratellanza, Legale rappresentante dell’Arciconfraternita di Sant’Anna dei Lombardi e San Carlo Borromeo, e di Ambra Giglio, Cultural manager del Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, che ha dichiarato: “Siamo davvero soddisfatti per questa esposizione perché il Complesso si apre alle arti figurative contemporanee e siamo certi che la collaborazione con SIEDAS proseguirà anche in futuro”.
Il progetto grafico della locandina è a cura di Antonio Cuciniello.
Per qualsiasi informazione e per visitare la mostra è possibile scrivere all’indirizzo mostra@siedas.it.
L’accesso al vernissage sarà consentito previa esibizione del Green Pass ed i partecipanti avranno l’obbligo di indossare la mascherina per l’intera durata dell’evento.