Napoli. Nicola Piovani, Premio Oscar nel 1999 per la miglior colonna sonora per le musiche de “La vita è bella” di Roberto Benigni, è tornato nel capoluogo campano con “La musica è pericolosa”, originale concerto “narrato” che ha ripercorso tutti i più grandi successi del Maestro accompagnati dalle sue spiegazioni.
Lo spettacolo tenutosi in una tiepida serata ferragostana a Piazza Plebiscito è stato solo uno dei vari appuntamenti della rassegna “Restate a Napoli”. Senza dubbio coraggiosa la scelta dell’organizzazione di portare in piazza uno spettacolo costruito per la rappresentazione teatrale e davanti ad un pubblico di Ferragosto prevedibilmente distratto. Dall’altro lato, va evidenziato come tale iniziativa sia stata pienamente coerente con la natura divulgativa ed educativa dello show di Piovani ed ha sicuramente aiutato a diffondere il messaggio secondo il quale il “teatro è linguaggio del futuro”, di cui il compositore è da anni portatore. D’altronde, le persone erano presenti innanzitutto per partecipare gratuitamente ad una grande festa collettiva.
L’esibizione ha alternato momenti di musica ad altri di carattere divulgativo-narrativo. Come ormai fa da anni in tutto il mondo con la “Compagnia della Luna”, il Maestro ha presentato i diversi brani in scaletta accompagnandoli con il racconto della loro genesi. È stata così condivisa con generosità una carrellata di aneddoti di una vita fatta di collaborazioni con grandi artisti: da De André a Mastroianni, da Benigni a Fellini, solo per citarne alcuni. In particolare, a Federico Fellini è dovuto il titolo del concerto (titolo anche dell’autobiografia di Piovani, “La musica è pericolosa”, 2014, Rizzoli, ndr). Il regista, infatti, ripeteva spesso come la musica possa essere pericolosa, così riferendosi al panico che può generare perché la stessa, non avendo sostantivi, non svolge un discorso fatto di parole certe e finite. Come ha raccontato Piovani, per tale ragione Fellini poteva ascoltare musica solo durante le lunghe sessioni di lavoro perché il lavoro costituiva quasi un scafandro “per le radiazioni della musica”.
Uno spettacolo che ha lasciato quindi molto spazio alla riflessione sulla funzione di quest’arte grazie al racconto sapiente di chi ha lavorato tutta la vita per rendere un servizio alla Musica.
La serata è stata un crescendo e, con l’avvicinarsi della fine del concerto, le note del premio Oscar hanno sempre più evidenziato la pericolosità gioiosa che genera l’incontro profondo con la bellezza, ovvero l’incontro che cambia le persone.
Il Maestro, al pianoforte accompagnato dalla sua piccola orchestra di cinque elementi (percussioni, basso, tastiere, archi, fiati), ha eseguito tutti i suoi capolavori da “Quanto t’ho amato”, scritta con Vincenzo Cerami e Roberto Benigni, alla sigla scritta per lo stesso Benigni, passando per “Il bombarolo” scritta con Fabrizio De André, senza tralasciare un omaggio alla canzone napoletana. Il concerto si è poi concluso con i brani de “La Vita è Bella”, iniziando con “Buongiorno principessa” indiscutibilmente il più dolce del repertorio.
Un concerto unico nel suo genere non solo perché diretto da chi ha scritto “spartiti” della storia del cinema italiano ma anche perché caratterizzato da uno stile leggero e profondo, composto ed informale allo stesso tempo.