Formia. Lo scorso 30 luglio si è tenuto a Formia, al bar Tirreno, un incontro con Roberto Emanuelli, autore romano che ha presentato il suo ultimo romanzo dal titolo “Ora amati”. L’evento è durato circa un’ora e mezza ed è stato portato avanti interamente dallo scrittore, il quale ha voluto creare un ambiente piacevole e informale conversando direttamente con i suoi lettori, facendo in modo che si sentissero liberi di raccontare la propria storia riguardo l’argomento centrale del libro: l’amore tossico.
“Ora amati”, infatti, racconta di due donne, Anna e Clara. La prima studia alla Bocconi, la seconda lavora in una libreria. Alla prima non piace ciò che fa, la seconda ama il suo lavoro. Sono diverse, ma accomunate da qualcosa di più grande di loro: un amore che le distrugge, le soffoca, una dipendenza affettiva che acceca. Anna frequenta un ragazzo che non la considera, il sentimento non è forte allo stesso modo da entrambe le parti. Clara ha una relazione con un uomo sposato, che promette di lasciare la moglie ma, in realtà, non lo farà mai. Per entrambi gli uomini i sentimenti delle due donne sono un gioco e loro sono i burattinai; decidono di creare attorno ad esse una bolla di solitudine. Entrambe mettono nelle mani dei due la propria felicità.
Alla fine del libro un colpo di scena che fa tornare la speranza in chi legge: non tutto è perduto, non è mai tardi per capire che la persona più importante da amare siamo noi stessi e che non dovremmo mai sacrificare ciò per qualcun altro.
Introspettivo e, a tratti, doloroso. Così potremmo definire questo romanzo, che scava nella psiche di tutti coloro che un amore così l’hanno vissuto. L’argomento è trattato con i guanti, in maniera precisa e delicata, descrivendo accuratamente atteggiamenti tipici di donne e uomini manipolatori. L’autore ammette di aver chiesto consulenza ad una psichiatra e ricercatrice, per delineare al meglio i profili psicologici dei personaggi, dimostrando, così, la sua professionalità.
Roberto Emanuelli, durante l’incontro, ha voluto soffermarsi non tanto sulla trama del romanzo, che accenna appena, ma sul significato intrinseco di ogni singola parola da lui scritta, sul messaggio che ha voluto lanciare con Clara e Anna, parlando, in realtà, della sua stessa storia. Una storia fatta di sofferenza, un amore tossico costellato di dolori, ma anche di tanti picchi di felicità che rendono terribile tutta la relazione.
“Ho deciso di scrivere questo libro quando ho messo un piede dentro la rinascita, prima non ci sarei riuscito (…)” ed aggiunge “ho voluto raccontare la genesi emotiva che si vive quando si finisce dentro questo tipo di storie” .
Il libro, infatti, è molto autobiografico: la storia di Clara è quella dell’autore. Questi racconta di essere stato “intrappolato” in una relazione non sana per tre anni, seguiti poi da circa due in cui non è riuscito più a provare felicità cadendo in depressione e da cui è riuscito ad uscire anche grazie all’aiuto di uno specialista. Roberto racconta la sua esperienza ai suoi lettori, facendo passare così anche un messaggio delicato e importante, contribuendo a sfatare il taboo dell’aiuto psicologico, molte volte necessario.
Nel libro ha deciso di declinare la sua storia al femminile perché aveva bisogno, dice, di creare un certo distacco con ciò che raccontava, per poterlo fare nella maniera più oggettiva possibile, per non lasciarsi coinvolgere e schiacciare nuovamente dal dolore narrato, un dolore autentico e che lui stesso aveva vissuto per troppo tempo. Sarebbe stato troppo difficile.
L’argomento è importante, ma l’aria non è pesante, si crea una sorta di confidenza tra il pubblico e lo scrittore, grazie alla bravura di quest’ultimo che coinvolge con battute per smorzare la tensione. Ciò permette di trattare un argomento delicato mantenendo una sorta di leggerezza che spinge le persone a dire la propria, a raccontare ciò che a loro è successo. Uno scambio di idee e di vita: uomini e donne prendono il microfono per mettersi a nudo, raccontare il loro momento di fragilità che poi li ha resi più forti. Tutto ciò è possibile soprattutto grazie alla grande umanità e al cuore dello scrittore che con ironia, ma soprattutto empatia, si relaziona con chi ha di fronte. Gran cuore che dimostra anche quando ringrazia più e più volte Enza, la libraia di Formia che lavora per la Mondadori, che definisce una persona speciale.
Arriva il momento più simpatico dell’incontro: quello dei bigliettini. Il “gioco” prende ispirazione proprio da un elemento del libro: Clara, una volta al giorno, sceglie un cliente con cui crea una sorta di connessione, ci parla un po’ e gli consiglia qualche libro, poi, in quello che compra, inserisce un bigliettino con una frase, una parola, un pensiero.
Proprio come Clara, anche noi partecipanti ci troviamo ad essere protagonisti della presentazione scrivendo bigliettini che ci vengono distribuiti dall’autore, che ci chiede di riempire lo spazio bianco con l’inchiostro, raccontando, anche solo con una parola, una sensazione da noi provata in ambito amoroso, riferendosi a una relazione tossica e non.
Qualcuno è certo di ciò che deve scrivere, qualcuno dubbioso, altri cercano negli occhi delle altre persone la stessa fragilità che loro stessi hanno nello scavarsi dentro, nel cercare parole giuste per descrivere brevemente un momento doloroso che le ha segnate. In ogni caso l’aria continua ad essere distesa, Roberto fa battute, il pubblico ride e applaude.
Passa un quarto d’ora, i bigliettini vengono ripiegati e raccolti, poi l’autore decide di condividere il contenuto di una decina di bigliettini firmati o anonimi con tutti, per poi commentarli se la persona interessata vuole.
In alcuni bigliettini si evince chiaro il messaggio trasmesso con una semplice parola, come “schifo” o “rinascita”, altri, invece, sono più lunghi, più profondi, come quello di Carmen, una signora che scrive: “sono rinata ascoltando il nulla”, facendo capire che è riuscita a ritrovare se stessa svuotandosi di tutto ciò che era superfluo. Poi l’intervento di una donna, che racconta di come è riuscita a sfuggire all’uomo che credeva di amare e che, invece, aveva tentato di ucciderla. Roberto la guarda, capisce la sensazione di tradimento, di isolamento, che entrambi, in situazioni diverse, avevano provato e vorrebbe abbracciarla.
Così l’incontro volge al termine e Roberto Emanuelli già si prepara a firmare libri e fare foto, ma prima desidera leggere a tutti il motivo per cui ha scritto questo libro, ossia perché lui stesso ha vissuto “quelle montagne russe, quella follia che prima ti fa stare bene e un po’ ti uccide, un po’ come la droga”.
Il titolo “Ora amati” è emblematico e racchiude perfettamente tutto ciò a cui tutti noi dovremmo ambire, ed è quello che arriva a fare la, anzi, le protagoniste del libro, quello che ottiene lo stesso scrittore che, dopo aver ricercato per anni una via della rinascita che non trovava, ha capito che aveva guardato nel posto sbagliato. Non la stava cercando dentro di sé.
Roberto Emanuelli con le sue parole, con il suo romanzo, ci abbraccia, ci racconta una storia complicata, ma che, alla fine, fa capire a tutti noi ciò che davvero conta, l’unica cosa che può salvarci, l’unica cosa che ci può far stare meglio: l’amore verso la persona più importante, la persona giusta, come dice Clara, ovvero se stessi.
“Rinascere non significa dimenticare. Rinascere significa imparare ad abbracciarsi”. (Roberto Emanuelli).
Crediti foto: Paola Calvano.
Leggere le recensioni di F.Bernard è sempre un piacere interessante e coinvolgente. Dopo aver letto del libro di R Emanuelli ho desiderato solo una cosa: lo voglio!Al più presto sarà mio e ringrazio ancora una volta F Bernrd e lo scrittore per spingermi a regalarmi una cosa che,sono certa ,sarà un regalo graditissimo!!!!!!!