Paesaggi Sonori, il Festival che unisce musica e natura: intervista alla direttrice artistica Flavia Massimo

L’Aquila. Intervistiamo Flavia Massimo, violoncellista, sound designer, regista del suono, direttrice artistica e co – fondatrice, insieme a Massimo Stringini, di Paesaggi Sonori, il Festival itinerante per le montagne abruzzesi che quest’anno vedrà partecipare artisti provenienti da tutto il mondo, in nove tappe che si terranno da inizio luglio al primo weekend di settembre. Un’iniziativa all’insegna della connessione tra musica e natura in cui è abolita la barriera del palco tra pubblico ed artista.

Flavia, domenica 3 luglio inizia l’edizione 2022 di Paesaggi Sonori. Che tipo di Festival deve aspettarsi il pubblico quest’anno?
Innanzitutto, posso dire che le scelte artistiche fatte per quest’edizione sono tutte fondate sul fattore curiosità. C’è stata la volontà di spingere le persone alla “scoperta” dei diversi aspetti che riguardano il concerto: oltre alla musica, il Festival da un lato permetterà di conoscere il paesaggio, perché il pubblico durante le esibizioni sarà totalmente immerso nella natura o comunque in luoghi di rilievo storico ed artistico meno noti; dall’altro, la rassegna consentirà la condivisione di una esperienza umana perché il concerto sarà un momento da vivere collettivamente.

Dunque, possiamo dire che si potrà assistere a molte esibizioni di musica sperimentale quest’anno?
Assolutamente sì. La musica sperimentale è poco conosciuta ed è per questo che vogliamo avvicinare le persone a questo mondo attraverso Paesaggi Sonori. Peraltro, abbiamo tanti artisti in esclusiva come Eric Chenaux, chitarrista che, a mio avviso, ha la capacità di trasportare in un’altra dimensione del suono. Ancora Son Lux, Half Waif e Douglas Dare i cui concerti saranno data unica in Italia. Quest’anno abbiamo l’intento di stimolare l’ascoltatore alla scoperta del nuovo. Naturalmente, abbiamo cercato caratteristiche musicali che si collegassero perfettamente ai luoghi scelti: trattandosi di esibizioni nel mezzo della natura, occorre un legame speciale tra la musica e la risposta acustica della location.
Ad esempio, il concerto del 3 luglio di Tomoko Sauvage si terrà nell’Abbazia di San Liberatore a Majella: lei ha progettato e realizzato delle ciotole amplificate con degli idrofoni in modo tale che emettano dei suoni molti simili a quelli del synth. Per questo motivo l’ascolto non avverrà in modo tradizionale secondo la classica stereofonia left e right ma, diversamente, l’Abbazia sarà sonorizzata a 360 gradi e il pubblico sarà avvolto nel suono.

Si tratta in sostanza di un’esperienza-concerto. Ci puoi spiegare la scelta di unire la musica all’ambiente?
In effetti, la maggior parte dei luoghi dei concerti sono raggiungibili a piedi e non è casuale. Vogliamo che tramite la camminata, lungo il percorso per raggiungere la location dell’esibizione, le persone abbandonino le cose superflue preparandosi così ad accogliere la musica. Crediamo che i nostri “teatri naturali” possano contribuire a rafforzare il rapporto tra uomo ed ambiente attraverso la musica.

Raccontaci quando e come è nato il vostro progetto.
L’idea è nata nel 2015 e la prima stagione si è tenuta nel 2016. Con Massimo ci siamo incontrati per caso durante una passeggiata a Campo Imperatore e, incantati dalla bellezza del paesaggio circostante, abbiamo entrambi immaginato la possibilità di portare della musica live in quel luogo.
Così, seppur con molte difficoltà, abbiamo organizzato il primo evento a Rocca di Calascio, al tramonto, davanti ad un piccolo pubblico. Poi, da quel momento, le persone hanno iniziato a chiamarci per sapere di eventuali altri concerti simili ed il progetto si è sviluppato sotto forma di Festival come lo conosciamo oggi.
Comunque, abbiamo sempre avuto un occhio ed un orecchio attenti alla divulgazione proprio per “trasportare” il pubblico. Devo ammettere che la sensazione di fiducia trasmessa dalle persone che assistono alla nostra rassegna è l’aspetto più appagante della direzione artistica.
Voglio aggiungere che Paesaggi Sonori nasce anche a causa di un evento importante: io e Massimo siamo abruzzesi, in particolare io sono aquilana, ed abbiamo vissuto entrambi il terremoto del 2009. Pochi mesi dopo, andai con il mio violoncello in montagna per ascoltare il suono dello strumento, quasi per “fare pace” con la natura. Credo che già in quel momento si siano create le basi emotive che poi hanno portato alla realizzazione di Paesaggi Sonori.

Durante gli ultimi due anni, in pieno stato di emergenza sanitaria, non vi siete fermati. Molti artisti, peraltro, hanno veicolato la loro musica attraverso concerti en plein air. Com’è oggi la ripartenza?
In verità, il nostro festival non è pensato per una partecipazione del grande pubblico. Ad esempio, occorrono scelte acustiche adatte: suonando immersi nella natura è necessario rispettare i luoghi e cercare di tendere alla perfezione massima dell’acustica. Devo dire che in sostanza non abbiamo sofferto molto da un punto di vista organizzativo. Ad ogni modo, percepiamo un autentico e profondo desiderio di ripartire da parte delle persone che assisteranno ai concerti.

Per concludere, quali sono i progetti futuri di Paesaggi Sonori?
Vorremmo allargare la proposta non solo ai concerti. In realtà, durante la rassegna spesso sono stati realizzati workshop dedicati ad esempio all’ecologia del suono o all’artigianato artistico, nonché una serie di performance artistiche. Intendiamo poi realizzare un numero maggiore di iniziative legate al territorio, cercando di essere sempre più attenti nel portare avanti un Festival green. Oltre a questo, l’anno scorso abbiamo creato una vera e propria rete dei Festival delle montagne per unire e rafforzare iniziative che condividono lo stesso spirito.

Paesaggi Sonori si terrà nei mesi di luglio, agosto e settembre in diverse località abruzzesi. Al seguente link è consultabile il programma del festival: https://www.artiespettacolo.it/paesaggi-sonori-torna-il-festival-musicale-nei-luoghi-piu-suggestivi-dellabruzzo/.

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