Marcianise. In una fredda mattina di fine gennaio, come d’incanto, gli antichi portali di Palazzo Grauso, dimora storica del XIX secolo, si sono aperti e la visita guidata ha avuto inizio. Il Palazzo è di proprietà privata e risulta essere inserito nei percorsi di valorizzazione del patrimonio storico-artistico curati dall’Associazione GIA.D.A., costituita nel 1999 per volontà dell’architetto Nicola Tartaglione, con l’obiettivo di promuovere il censimento e la conoscenza dei beni culturali presenti nel territorio provinciale, regionale e nazionale. Il programma di visite è promosso in collaborazione con Adsi (Associazione Dimore Storiche Italiane sez. Campania).
Dal 2006 la Presidenza dell’Associazione GIA.D.A. è affidata a Maurizio Stocchetti che, accogliendo calorosamente il gruppo dei visitatori, ha ripercorso con un breve ma intenso filmato i set cinematografici che nel tempo il Palazzo ha ospitato. Oltre, infatti, al recente film “I Fratelli De Filippo” per la regia di Sergio Rubini, anche “Gomorra” e “Il Commissario Ricciardi” hanno varcato la soglia dello splendido gioiello.
Sito nel centro storico di Marcianise, Palazzo Grauso mostra tutta la sua bellezza sin dal suo cortile, immerso in un giardino rigoglioso di alberi da frutto e piante da ornamento varie. Esso venne rinnovato nel 1900 dal farmacista Eugenio Grauso che elesse lì la sua dimora familiare oltre che il suo laboratorio farmaceutico.
Lo stile degli interni è tipicamente ottocentesco e di primo Novecento. Alcuni dei dipinti affissi alle pareti ritraggono i volti dei discendenti della famiglia Grauso, proprietari di una fiorente azienda dedita alla produzione e al commercio serico (insignita della medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Parigi del 1878).
Elementi preziosi decorano le stanze creando un’atmosfera intima, leziosa e di matrice borghese consentendo a chi vi fa visita di lasciarsi immergere dal contesto, arricchito da numerosissimi orpelli di pregio che celebrano l’Art Nouveau e i suoi motivi floreali.
Ambiente dopo ambiente, la dimora si rivela allo sguardo dei visitatori catapultandoli in un tempo altro, nella immaginifica Belle Èpoque ma anche al centro della vita quotidiana di coloro che per un secolo vi hanno risieduto.