Napoli. Il Natale del Commissario Ricciardi approderà con tutte le sue suggestioni sul palcoscenico del Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli, sabato 13 gennaio alle ore 21.00 (replica domenica 14), in “Per mano mia” di Maurizio de Giovanni, con Paolo Cresta, nell’adattamento di Annamaria Russo e la regia di Paolo Cresta. È Natale 1931, in una Napoli sferzata dal gelo. Luigi Alfredo Ricciardi, il commissario dagli occhi verdi condannato ad ascoltare l’ultimo pensiero dei morti, deve fare luce sull’omicidio di Emanuele Garofalo, funzionario della milizia, e di sua moglie Costanza. La donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama, quasi sull’ingresso, mentre l’uomo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate. Colpi inferti con forza diversa: gli assassini potrebbero essere più d’uno. La figlia piccola si è salvata perché era a scuola. La statuina di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, giace infranta a terra. Sulla scena del delitto, Ricciardi, che ha l’amaro dono di vedere e sentire i morti ammazzati, ascolta le oscure ultime frasi della coppia, che non gli dicono granché. Il commissario dovrà girare a lungo, e sempre più in corsa contro il tempo, per le strade di Napoli per arrivare alla verità. A guidarlo, come sempre, l’ultimo pensiero delle vittime, e i cocci di una statuina del presepe, infranta come a voler raccontare il dolore che ha armato la mano dell’assassino. In compagnia del fidato, ma non privo di ombre, brigadiere Raffaele Maione, che in questo romanzo conquista un deciso ruolo di comprimario, è insidiato nella sua solitudine da una altrettanto inaspettata rivalità tra due giovani donne che più diverse non si potrebbe. Tra le casupole dei pescatori immiseriti e gli ambienti all’avanguardia della Milizia fascista, una città sempre più doppia e in conflitto avvolge Ricciardi e Maione in spire sempre più strette. “Per mano mia”, prima di essere un giallo è un affresco di una città che, allora come oggi, svela i suoi segreti e il suo spirito attraverso ritualità e tradizioni che affondano le proprie radici nella notte dei tempi. In una città che si stende davanti a lui “come un immenso Presepe”, il commissario Ricciardi si troverà costretto, ancora una volta, a farsi largo tra menzogne credibili, verità improbabili, lacrime di gioia, sorrisi disperati, vittime colpevoli e assassini innocenti.