Napoli. Sarà il Teatro Nuovo di Napoli ad ospitare il debutto teatrale (dopo l’anteprima al Napoli Teatro Festival Italia 2020), giovedì 27 gennaio alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 30), dello spettacolo “Plastilina” di Marta Buchaca con Teresa Saponangelo e Ivan Castiglione, Vincenzo Antonucci, Mariano Coletti, Giampiero De Concilio, Arianna Iodice, per la regia di Mario Gelardi.
Tradotto da Enrico Ianniello (da tempo impegnato in affascinanti scoperte di autori catalani portati in scena nel nostro Paese) e trasportato nella Napoli dei giorni nostri, il testo della drammaturga catalana si ispira ad una vicenda realmente accaduta.
Una violenza estrema e gratuita compiuta da un ragazzo con la complicità dei suoi compagni, che mostra il cinismo di una generazione, trovando complicità e protezione negli adulti.
Una famiglia perbene, madre, padre e un figlio, una vita senza traumi che scorre con linearità. Il figlio ha tre amici, due ragazzi e una ragazza, un gruppo di giovani d’oggi con la testa e gli occhi, spesso, incollati a uno smartphone, vero filtro con la vita reale.
La quotidianità di questa piccola società è interrotta da un atto violento che altera per sempre la vita e l’equilibrio dell’intera famiglia, in un racconto non lineare, con salti temporali che conducono dal passato al futuro e al presente.
“Plastilina” cerca di intercettare e capire la violenza giovanile e la sua origine, senza alcuna assoluzione per i padri e per i figli, attraverso una storia dal taglio chirurgico che espone la coscienza dei protagonisti al pubblico, come un organo che palpita.
Il testo pone tutti i personaggi dinanzi ad una scelta etica e umana, in cui particolarmente lancinante è la posizione dei due genitori.
Come spesso accade nelle famiglie in cui avviene un atto violento, la coppia si divide invece di unirsi accanto al proprio figlio e le parole diventano lame.
La messa in scena mette in luce soprattutto la naturalezza con la quale i personaggi affrontano la tragedia, quasi non ponendosi il problema, come se la morte di un uomo non avesse lasciato traccia nella loro quotidianità, come se restassero spettatori di un video sul proprio smartphone e non i protagonisti dell’atto criminale. Cosa succede, dunque, quando non si è più spettatore di un video virale, ma si diventa il protagonista?
L’allestimento, presentato da Nuovo Teatro Sanità, si avvale delle luci a cura di Alessandro Messina, i costumi sono di Alessandra Gaudioso mentre l’impianto scenico è a cura di Mario Gelardi.