Roma. Dal 26 al 28 aprile, al Teatro Vascello, va in scena “Poetica”, con le poesie di Franco Arminio. “Poetica” è una mappa “umanografica” dei paesi italiani, un viaggio alla scoperta di luoghi che conservano la memoria della gente che li ha abitati. Se guardiamo attentamente i paesi delle nostre provincie, vedremo che sono pezzi di vita lasciati lì a invecchiare come l’intonaco di una casa; sono storie di persone, come finestre si aprono e si chiudono al mondo; sono sacrifici e sono gioie, si incrociano come vicoli e strade. Grazie alla potenza evocativa delle parole di Franco Arminio, poeta e paesologo, riusciamo a ritrovare l’anima di un paesaggio che sta lentamente scomparendo. Forse non sta parlando solo di un paese reale, ma di un luogo che è nell’anima di ognuno di noi. Attraverso le poesie di Arminio, tornano a vivere personaggi mitologici e personaggi popolari, figure il cui ricordo affiora ancora oggi nei discorsi di chi è rimasto. La scrittura di Tindaro Granata vuole essere a servizio della poesia di Franco Arminio, sperimentando un modo originale di far dialogare poesia e drammaturgia teatrale, a volte includendo l’una all’altra, a volte rimanendo separate per unirsi solo attraverso lo spazio vuoto che Tindaro ha scritto grazie al confronto continuo, con gli attori e le attrici in scena della compagnia Proxima Res: Caterina Carpio, Emiliano Masala, Federica Dominoni e Francesca Porrini. Grazie a loro è stato creato l’adattamento di “Poetica” e grazie ai loro ricordi sono nate le cinque brevi storie, che raccontano un momento cruciale nella vita di una persona, un abbandono. L’intuizione della scenografa e costumista di Proxima Res, Margherita Baldoni, crea un paese immaginario, onirico e originale, con cinque stendini sui quali si appendono i sogni e si fanno sgocciolare le fatiche di una vita di mille e più emozioni. Le storie e le poesie si muovono tra gli stendini, grazie agli attori e le attrici, come a muovere ogni persona in un quotidiano fare perso nel tempo. “Poetica” è un tentativo di dialogo con i propri paesi, fisici o interiori. C’è bisogno di poesia.