Trieste. È Giovanna Botteri, corrispondente RAI da Pechino, la presidente di Giuria del Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta 2020: già Premio Speciale Luchetta 2015 e in queste settimane presenza quotidiana nelle case degli italiani con l’intenso e drammatico filo diretto che la impegna dalla Cina. Giovanna Botteri è stata per 12 anni corrispondente Rai dall’ufficio di New York e come inviata speciale ha seguito alcuni dei più rilevanti avvenimenti del nostro tempo, dal crollo dell’Unione Sovietica all’inizio dei bombardamenti su Baghdad nel 2003. “Il Premio Luchetta 2020 prosegue – annuncia Giovanna Botteri in un video inviato ai promotori – La Giuria continuerà in questi giorni ad esaminare online, da remoto, i reportage pervenuti per questa 17^ edizione. In questo modo, lavorando da casa, possiamo realmente contribuire a salvare vite umane e a prevenire tanta sofferenza. E in questo modo, come presidente di Giuria, potrò sentirmi anch’io da Pechino più vicina a voi tutti, a Trieste”. Per la prima volta, quindi, la Giuria del Premio Luchetta non si ritroverà insieme in seduta plenaria, per la consueta definizione delle Terne finaliste: la decisione, presa in ottemperanza alle misure di contenimento del Covid – 19, introduce quest’anno una inedita modalità di smart working, con i giurati coinvolti nelle fasi di selezione a diverse latitudini, in Italia e all’estero. Dopo aver seguito e raccontato, dal gennaio 2020, la caduta libera della Cina nella voragine del coronavirus, ma anche la faticosa resilienza sino alla ripresa e risalita degli ultimi giorni, Giovanna Botteri – impegnata nelle fasi di preparazione del Premio Luchetta sin dallo scorso dicembre – coordinerà adesso i lavori della Giuria per arrivare alla proclamazione delle Terne finaliste nel mese di aprile. Ancora una volta sarà una straordinaria istantanea del pianeta quella tracciata dai reportage internazionali pervenuti alla Giuria della 17^ edizione, come sempre dedicati alla sensibilizzazione sulle violenze e sopraffazioni subite dalle vittime più indifese, i bambini. Tante corrispondenze, dalle trincee del mondo, legate alle cinque categorie nelle quali è articolato il Premio Luchetta: tv news, tv reportage, fotografia, carta stampata e web per testate italiane e straniere. Gli obiettivi e le finalità del Premio si coniugano con lo spirito umanitario che anima l’attività della Fondazione Luchetta, nata all’indomani della tragedia di Mostar nel gennaio ’94 – quando perdevano la vita i giornalisti Rai Marco Luchetta, Alessandro Sasha Ota e Dario D’Angelo – e dei tragici fatti di Mogadiscio nei quali veniva ucciso il telecineoperatore triestino Miran Hrovatin, inviato in Somalia con la giornalista Ilaria Alpi.
Istituito dalla Fondazione Luchetta con la RAI, organizzato da Prandicom, il Premio è coordinato dalla curatrice Francesca Fresa con il Segretario Generale della Giuria Giovanni Marzini, che annunciano un’importante variazione di calendario legata alla 7^ edizione di Link, Festival del Giornalismo: “in conseguenza della pandemia in corso non sarà evidentemente possibile onorare le date 7/10 maggio, originariamente previste per il festival – spiegano – Link Festival 2020 è quindi rimandato dopo l’estate, con l’obiettivo di rinnovare l’appuntamento nella centralissima Piazza Unità, dove contiamo di riallestire la Fincantieri Newsroom secondo una calendarizzazione sinergica agli altri grandi eventi culturali del Friuli Venezia Giulia, in stretto raccordo con i partners istituzionali e privati. La 7^ edizione di Link riprenderà il format collaudato di “presa diretta” con la notizia, attraverso un intenso programma di talk, incontri, dialoghi e interviste d’autore”. Info e dettagli sui siti www.premioluchetta.com e www.fondazioneluchetta.eu.