Roma. La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta Pensiero Discordante, l’ultimo libro di Teresa Macrì, per le edizioni postmedia books 2018. Nella data di apertura al pubblico della mostra da lei curata, You Got to Burn to Shine, che inaugura il 4 febbraio alla Galleria Nazionale, la presentazione di questo libro è un’occasione per parlare di temi e personalità che condividono con il progetto espositivo un’indagine su una dimensione del reale alternativa.
In questa epoca di deriva, in cui buona parte del pianeta appare oppiato e ipnotizzato in una univoca visione del mondo, compiaciuta di sé stessa e sublimata da reconditi meccanismi di produzione del consenso, è necessario fermarsi e ragionare sulle sollecitazioni e sulle visioni che si distaccano da essa. Il pensiero discordante è quel pensiero che si smarca dalle convenzioni e dai valori che regolano la piattezza culturale e contrattacca con il riposizionamento dell’essere pensante e con la decostruzione dell’ordine simbolico dominante. A ciò contribuiscono gli artisti e i pensatori con le loro utopie estetiche, i loro paradossi, le loro metafore, i loro sovvertimenti estetici e l’attitudine a fare e disfare i mondi. John Giorno, Francis Alÿs, Luca Vitone, Sislej Xhafa, John Cage e Luca Guadagnino, tra gli altri, delineano un orizzonte destabilizzante, che riorganizza un pensiero altro.
La prima dissertazione concerne il pensiero. Che significa pensare in una società che esercita l’anestetizzazione e la propria dispersione? Hannah Arendt suggeriva che pensare è dialogare con se stessi, cioè porsi di fronte alla scelta fra il giusto e l’ingiusto, il bello e il brutto. Chiunque pensa si dissocia, si allontana, anche senza operare, dissente e apre lo spazio al giudizio. Il pensiero è l’unica difesa contro la massificazione e il conformismo che sono le forme di imbarbarimento contemporaneo. Il riflesso è che il pensiero possiede in sé un effetto “distruttivo”, tale da erodere alla radice tutti i criteri fissati, i fondamenti condivisi, i modelli del bene e del male, insomma tutte le consuetudini morali ed etiche. Urge, dunque, capire la sorgente da cui ha origine la caduta del pensiero e fissare, in una epoca che tende ad alienarlo, le ragioni della sua solitudine. (Teresa Macrì)
Teresa Macrì è critica d’arte, scrittrice e curatrice indipendente. Vive e lavora a Roma. La sua ricerca è legata alla teoria critica contemporanea e all’indagine dei Visual Studies e, attraverso questa prospettiva, ha curato mostre internazionali, realizzato reading di letteratura e filosofia, festival di performance, tecnologia e di cinema. Ha pubblicato i seguenti libri: Pensiero discordante (Postmedia Book, 2018) Fallimento (Postmedia books, 2017), Politics/Poetics (Postmedia books, 2014), In the Mood for Show, (Meltemi, 2008), Il corpo postorganico (Costa&Nolan, 1996 e Costlan, 2006 nuova edizione), Postculture (Meltemi, 2002), Cinemacchine del desiderio (Costa & Nolan, 1998). Insegna Fenomenologia delle arti contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Roma. Collabora con diversi magazine e il quotidiano Il Manifesto.
Matteo Lucchetti è curatore, storico dell’arte e scrittore. I suoi principali interessi curatoriali sono incentrati sulle pratiche artistiche che ridefiniscono il ruolo dell’arte e dell’artista nella società.
Dal 2010 è chief curator, con Judith Wielander, di Visible, progetto di ricerca di Fondazione Pistoletto e Fondazione Zegna. È stato co-curatore della 16ma Quadriennale di Roma nel 2016, ed ha lavorato come curatore delle mostre e del Public Program al BAK di Utrecht nel 2017–2018. I suoi principali progetti curatoriali includono: First Person Plural: Empathy,Intimacy, Irony, and Anger, BAK, Utrecht, 2018; Marinella Senatore:Piazza Universale. Social Stages, Queens Museum, New York, 2017; De Rerum Rurale, 16a Quadriennale di Roma, 2016; Don’t Embarrass the Bureau, Lunds Konsthall, 2014.