Milano. “Thaïs” di Jules Massenet torna alla Scala il 10 febbraio (fu rappresentata solo un’altra volta nel 1942, sotto la direzione di Gino Marinuzzi). È un titolo fascinoso dai colori esotici, che andò in scena il 16 marzo del 1894 all’Opéra Garnier di Parigi. La stesura del libretto firmato da Louis Gallet si ispirò – su sollecitazione di Massenet – al romanzo di Anatole France, “Thaïs” appunto, pubblicato nel 1889, ispirato a sua volta al personaggio di una bella cortigiana vissuta ad Alessandria d’Egitto nel IV secolo d.C.
La trama vede il cenobita Athanaël intenzionato a convertire alla fede cristiana e alla purezza la cortigiana Thaïs, devota al culto di Afrodite e colpevole di aver irretito tutta Alessandria. Quindi lo vede riuscire nell’opera di redenzione della cortigiana ma al prezzo di una inversione di ruoli. Thaïs muore tra visioni ascetiche, mentre Athanaël diviene schiavo dell’amore e del desiderio terreno. In realtà, così suggerisce Claudio Toscani, “più che narrare la storia di una redenzione, la vicenda di Thaïs tratteggia un intreccio morboso tra impulso erotico e spiritualismo”.
Sempre su sollecitazione di Massenet, nella preparazione del libretto Gallet conserva le atmosfere esotizzanti della fonte letteraria ma evita la versificazione regolare ricorrendo invece a “quella che egli stesso definisce poesie mèlique, una successione di versi liberi che producono l’effetto di prosa”. Iniziata e completata nel 1892, “Thaïs” è da Massenet dedicata sin dalle prime fasi al soprano Sibyl Sanderson e destinata al Théâtre de l’Opéra-Comique di Parigi ma per l’improvviso abbandono di quel palcoscenico da parte della cantante, in favore del maggiore teatro d’opera parigino, l’Académie Nationale de Musique (l’Opéra), il compositore è costretto a modificare la sua partitura, già orchestrata, e a rimaneggiarla per rispondere ad alcune richieste della nuova destinazione (aggiungere, per esempio, il balletto di prammatica). In seguito alle numerose critiche negative della stampa, Massenet prepara una nuova versione di “Thaïs”, che va in scena all’Opéra il 13 aprile 1898. Finalmente un grande successo e consensi unanimi.
In conclusione, alla rapida e sommaria presentazione dell’opera, è interessante riportare ancora alcune parole scritte da Claudio Toscani: “Massenet coglie molto bene lo spirito della fonte letteraria. Il suo è un esotismo immaginario e stilizzato, ma fortemente impregnato dalla sensualità e dal mistero orientali”.
Il ritorno alla Scala di “Thaïs” avviene con la direzione musicale di Lorenzo Viotti, con la regia di Olivier Py, la partecipazione di Marina Rebeka nel ruolo del titolo e di Lucas Meachem in quello di Athanaël.
Nell’incontro “Dolcezza e seduzione del peccato”, con ascolti e video, parla di “Thaïs” Laura Cosso, Docente di Arte Scenica al Conservatorio di Milano, Musicologa e Regista.