Ricominciare sempre, l’imperativo categorico di Daniele nelle pagine di Giampiero Lisi

Caserta. “Cosa vuoi che sia” è il titolo del terzo romanzo di Giampiero Lisi, ex docente di Chimica e Scienze Naturali nei licei casertani, già autore di una letteratura scientifica indirizzata alle scuole. Un libro intimo – pubblicato dalla Icaria Edizioni – che aderisce dichiaratamente al genere del romanzo di formazione. Una scrittura corale che ben presto rivela la catarsi concentrica di Daniele, protagonista di queste pagine. Ma chi è questo giovane dalla vita difficile?

Sarebbe troppo facile definirlo “un ragazzo di vita” per citare Pasolini, ciò perché Daniele non ha scelto lui la vita che gli è toccata, ma al contrario, è il risultato degli abbandoni subiti. Diventato orfano prematuramente, si vedrà catapultato nell’esperienza traumatica dell’orfanotrofio.
Farà i conti con una prima adozione andata male e successivamente, con un nuovo affidamento. Daniele è metafora di un passato dal quale fuggire. Il marchio del minore autore di reato lo condizionerà per tutta la vita. La famiglia è il suo vero punctum dolens.

“Scrivere di un giovane dal passato burrascoso, che vive in una comunità educativa e che approda in uno dei licei più prestigiosi della città di Napoli, mi è parsa una bella sfida. Ho voluto sfatare il mito della mela marcia” – ha dichiarato l’autore e, in effetti, ci è riuscito.
Giampiero Lisi contribuisce, con il tramite dell’espediente letterario, ad arricchire la discussione di un tema pregnante: la rieducazione del minore quale soggetto non imputabile.
È quindi attraverso queste pagine che si fa esperienza del buon esempio. Daniele è un moderno Antigone, come l’eroina di Sofocle, anch’egli diviene simbolo di lotta e determinazione. Partigiano della sua Resistenza.

Colui che “finirà per essere il centro di gravità delle loro esistenze”, si legge nella seconda di copertina. Uno di questi è Gabriele, suo fedelissimo amico, che si rivelerà tale in tutto l’arco della narrazione; poi, si fa strada Martina, che in punta di piedi porterà luce nei meandri stretti del suo cuore. In quell’ “angolino nascosto” di cui parlerà Giuseppe, il suo tutor, “una specie di giardino segreto dove accumuliamo i nostri sentimenti, le nostre emozioni, ma anche i nostri fantasmi, le nostre paure, insomma tutto ciò che non vorremmo mai mostrare agli altri”.

Sono pagine intense, appassionate, che riflettono il caleidoscopio emozionale di una gioventù pura, sospesa nel tempo mitico dell’adolescenza, nell’età dell’oro della vita.
È un “dolore sotto chiave” quello di Daniele, una fortezza eretta troppo presto il suo cuore, dove la parola è il bersaglio da sabotare, nell’ottica di una legittima difesa invocata senza necessità. Il sipario da calare giù per sempre e mettere fine, così, alla farsa della sua vita.

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