Napoli. In un’epoca dove il rapporto umano è sempre più scarso e virtuale, indagare quel sottile confine tra uomo e macchina, tanto esplorato alla fine dell’ottocento e di nuovo all’inizio del secolo scorso, sembra un’attività ancora attuale. È da questa riflessione che nasce l’idea di Andrea Cioffi e Sara Guardascione per lo spettacolo “S.A. Senso Artificiale”, progetto vincitore della prima edizione di “Nuove Sensibilità 2.0”, che debutterà, in prima assoluta al Teatro Nuovo di Napoli.
Presentato da “Il Demiurgo srls” in collaborazione con Teatro Pubblico Campano, l’allestimento vedrà interpreti in scena Alessandro Balletta, Andrea Cioffi, Gabriele Formato, Sara Guardascione, Luigi Leone e la partecipazione in voce di Franco Nappi, per la regia di Andrea Cioffi, che firma anche la drammaturgia.
S.A. è un dialogo, ma anche una confessione, tra un uomo, che non è stato in grado di amare e farsi amare abbastanza, e che ha programmato una donna artificiale capace di capirlo e farsi capire: Sofia.
Cosa sia Sofia non si conosce con certezza. Ha l’aspetto di una donna, una in particolare, ma attende ordini per fare qualunque cosa. Nel frattempo, però, è immobile come un oggetto, cosa che effettivamente è, sebbene sembri a tutti gli effetti umana.
L’ingegnere prova a interagire con lei. L’ha creata per riempire un suo vuoto d’empatia, per avere di nuovo qualcuno da amare, ma non è soddisfatto. Sembra difettosa, è distaccata e non sa come sistemarla, né il suo assistente sa essere d’aiuto.
Approcciando a lei come donna, questa sfugge a qualunque meccanica razionalità, che la rende incomprensibile al suo stesso creatore. In quanto macchina, tuttavia, nega ogni umana sensibilità, ogni empatia, rendendosi così distante da chi le s’interfaccia.
Quando entrano in scena altre macchine, l’incomprensione si estende a ogni rapporto. Nascono nella protagonista intolleranze, chiusure, giudizi, sottolineando non tanto l’incapacità di decifrare i meccanici segnali, quanto l’inabilità a modificare il proprio punto di vista per accogliere l’altro.
“S.A. Senso Artificiale” ha l’obiettivo di tradurre in linguaggio teatrale tutte le difficoltà comunicative che appartengono alla nostra cibernetica generazione. Il concetto di amore e dipendenza, mai come oggi connessi, la presunzione di conoscenza e di comprensione, i dubbi sulla genuinità di un pensiero o di un’anima, il senso sociale e politico sempre più intollerante, danno vita a un dialogo tra un uomo e una donna, simili e distanti, avvicinandoli, fino quasi a sfiorarsi, senza riuscire, tuttavia, ad “incontrarsi”.