San Giovanni a Teduccio. Prosegue la 20esima stagione di Sala Ichòs e il nuovo anno comincia con Libera Scena Ensemble. Il 19 e 20 gennaio sarà in scena Visite, diretto da Niko Mucci, con Marcella Vitiello e Roberto Cardone e le musiche originali di Luca Toller.
Con questo spettacolo, Mucci prosegue il suo percorso di riflessione sulle varie forme dell’amore e della solitudine. Una pièce teatrale. Due soli personaggi ed un abile, intrigante gioco di identità. Perché, come l’autore vuole farci intendere, chiunque può essere chiunque e, soprattutto, chiunque può immaginare di essere chiunque.
Sinossi: Londra. Prestigioso hotel cittadino. Cico un ricco uomo d’affari, è nella sua stanza. Apre la porta ad una donna. Lei è Raquel. Dice di essere la sorella del suo antico amico Paulo. Una donna piacente ed affascinante che giunge improvvisamente: “Ho visto sul Financial Times che eri qui, per questa riunione. E all’improvviso ho avuto voglia di vederti, di ascoltare la tua voce”.
Cico e Paulo erano stati grandissimi amici. Si erano conosciuti a scuola, e per anni avevano condiviso la loro vita. Poi un episodio, un pugno sferrato da Cico a Paulo li aveva allontanati, senza una parola, senza riconciliazione. Trentacinque anni di nulla e poi l’arrivo di Raquel. Sorella del suo amico. Ma Cico non l’ha mai vista, non ha mai sentito parlare di lei, non ha mai saputo che esistesse. Chi è?
Lei conosce dettagli essenziali del rapporto di amicizia tra Cico e Paulo. Descrive parole, luoghi, ricordi. Troppi. Dice di averli appresi da suo fratello ma Cico non sa crederle: “Non me la bevo! Anzi, guarda: non credo a una sola parola di quello che hai detto. Ho molti difetti, ma non sono fesso. Non è facile raccontarmela, te lo assicuro”.
La verità. Ecco cosa vuole Cico. Perché quella donna è lì, davanti a lui? Perché gli sta raccontando tutte quelle storie? Poi l’uomo capisce da sé. Ci sono pause di disagio, rimandi di confessioni, ricordi, lettere mai spedite e rimproveri. Poi una musica sentimentale, come un’apertura nuova, immaginifica. Il teatro è moltiplicazione di tempi, di finzioni. Anche se apparentemente verosimili. Senza dubbio la scena teatrale è lo spazio privilegiato per rappresentare la magia di cui è intessuta anche la vita della gente: quell’altra vita che inventiamo perché non possiamo viverla davvero, ma solo sognarla grazie alle splendide menzogne della finzione.
Note di regia: con questo spettacolo, proseguo il percorso di riflessione sulle varie forme dell’amore e della solitudine, iniziato con Ida e Ada, proseguito con Sentimenti all’asta e con Dentro di me, sperimentando piccole variazioni di approccio ad un unico problema. Lo sviluppo drammaturgico di una trama che si fa teatro attraverso il susseguirsi di alcuni colpi di scena, che rendono possibile ai due personaggi, di spostare continuamente l’angolo di visuale, come attraverso un prisma fornito agli spettatori, per farsi una propria idea, anche eccentrica del vero e del falso narrato e rivissuto.
Un lavoro approfondito e basato sulla capacità di affabulare e rendersi credibili dei due attori: Marcella Vitiello, una splendida ed inquietante Rachel; Roberto Cardone, complesso ed emotivo Cico.