Spoleto. Prosegue a Spoleto, continuando a destare interesse e curiosità, la mostra diffusa “Sandro Gorra. L’arte dell’attimo”, che fino al 27 luglio con le sue giraffe a grandezza naturale e le opere scultoree e pittoriche dedicate alla Daily Art incanta il cuore della cittadina umbra, dalle piazze del centro storico alle sale di Casa Menotti.
Sono venti le opere dell’artista e creativo milanese esposte, a partire dalle sculture monumentali “Alice e l’acqua (Bere) e Lucio detto Lucido”, e di grande dimensione “Pira Pardalis e Ballerina”, tutte datate 2021, collocate tra Piazza del Duomo, Piazza del Mercato, Largo Ferrer e Piazza della Libertà.
La mostra si snoda poi a Casa Menotti, palazzo quattrocentesco affacciato su Piazza Duomo oggi sede del Centro di Documentazione del Festival dei Due Mondi, salvato dalla famiglia Monini attraverso la sua Fondazione dal degrado in cui era caduto dopo la morte del Maestro. Qui sono esposti dodici lavori pittorici – tra cui gli iconici “The trumpet (2016), Il signor Barzetti (2017) e Be Child n.5 (2019)”, fino ai più recenti “L’entratore (2020) e Victoria (2021)” –, un grande collage con lettering concept, bozzetti e illustrazioni intitolato “Stracciato (2021)”, e tre sculture di piccola e media dimensione – “La mozzicona (2017) e Moka ridens 1 e 2 (2019)” – tutti lavori che abbracciano la produzione più significativa di Sandro Gorra dal 2016 al 2021.
«La mia Daily Art – spiega Sandro Gorra – è la fissazione di un attimo che appartiene alla nostra vita. Noi siamo l’idea, noi e le nostre fatiche di raggiungere obiettivi di crescita e la paura di perdere ciò che abbiamo conquistato».
Nei lavori di Gorra, che rappresentano l’attimo colto dall’artista come l’idea arriva, senza ripensamenti, poesia e ironia si intrecciano, così come parola e immagine. Una poetica che prende le mosse dal background pubblicitario di Sandro Gorra, per poi esprimersi nel gesto artistico che va a comporre il racconto del momento creativo che avviene ogni giorno in ciascuno di noi al fine di conquistare qualcosa di ambito. Con il risultato tragicomico di un vero e proprio ritratto dell’umanità, presa nei suoi attimi esistenziali: la scalata verso l’alto e il timore di vedere allontanarsi i traguardi raggiunti, i “segni” che ci contraddistinguono, come le macchie che fanno della giraffa una giraffa, appunto. E noi uomini e donne, secondo Gorra, siamo come giraffe in balìa della possibilità di perdere da un momento all’altro il nostro segno, rimanendo nudi, sul filo dell’estinzione come il maestoso mammifero africano.
L’esposizione è promossa e sostenuta da Monini, da sempre impegnata nel sostegno alla cultura e alla bellezza, grazie anche al progetto A Hand for the Future, il piano di sostenibilità dell’azienda volto a porre le basi per un domani migliore, anche sotto il profilo culturale.
«Siamo entusiasti di rivedere Spoleto riaprirsi al mondo e alle arti. Abbiamo perciò pensato – spiega Maria Flora Monini – di offrire agli spoletini e ai visitatori un piccolo assaggio di cultura, con una mostra scenografica e aperta, capace di donare un senso di nuovo stupore al paesaggio urbano. La bellezza è la più grande ricchezza del nostro Paese, la nostra storia, ma anche il nostro futuro: nel nostro piccolo siamo orgogliosi di sostenerla in ogni sua forma».
L’esposizione è organizzata grazie alla collaborazione della galleria Laura Tartarelli Contemporary Art.