Cesena. Il teatro per l’infanzia di Emma Dante è al centro di una Personale che ERT / Teatro Nazionale presenta al Teatro Bonci di Cesena da febbraio ad aprile 2022, aprendo con la prima assoluta del nuovo spettacolo, prodotto da ERT con TRG Onlus in collaborazione con Sud Costa Occidentale, “Scarpette rotte” sabato 19 febbraio (ore 17.30; in replica domenica 20 allo stesso orario; lunedì 21 e martedì 22 alle ore 10.00 per le scuole). Il calendario prosegue con le due fiabe di repertorio “Gli alti e bassi di Biancaneve” (13 e 14 marzo) e “Anastasia Genoveffa e Cenerentola” (28 e 29 aprile).
Per tutti e tre i titoli sono previste matinée.
Sin dai suoi esordi la regista Emma Dante ha esplorato vari generi e linguaggi, mutando continuamente prospettiva. Il suo teatro, che si fa carne nell’incontro viscerale con l’attore e scaturisce da un costante conflitto dialettico, ben si coniuga con l’espressività dei personaggi fortemente tipizzati e degli spazi metaforici caratteristici del teatro per i ragazzi.
Le fiabe che Emma Dante porta in scena sono storie adatte a bambini e adulti: ripercorrono le trame note scoprendo anfratti misteriosi, suggestioni originali, parole nuove per divertirsi e sorprendersi, in un gioco di specchi deformanti e bacchette magiche che “non funzionano troppo bene”. Emerge un’autentica vocazione per fate e principesse, orchi e streghe, che incarnano le tensioni del presente e rinnovano l’invito a non arrendersi alla superficie delle cose.
La fiaba di “Scarpette rotte” ha inizio in un cimitero, dove una giovane orfana e povera è accucciata sulla tomba di sua madre. Celine non sa dove andare, non ha più niente, neanche le scarpe. È muta.
Di là passa una ricca signora e con uno slancio di generosità decide di adottarla e di prendersene cura. In un attimo la ragazzina si ritrova in una villa circondata da un fantastico giardino, ha una stanza di lusso con l’armadio pieno di abiti, giocattoli, libri, peluche e due servitori tutti per lei pronti a qualsiasi cosa pur di intrattenerla.
Celine riceve in dono le scarpette rosse con la raccomandazione di restare umile e generosa; ritrova la voce, si inorgoglisce, e comincia ad annoiarsi. La noia, il benessere, i capricci, la porteranno a rinnegare i valori più importanti, tra cui la gratitudine e l’altruismo.
Lascerà morire da sola la ricca signora per andare al ballo del re, ma verrà punita: le scarpette rosse attaccate ai suoi piedi la costringeranno a camminare, a saltare, a ballare per i campi, nelle piazze, sui marciapiedi, al mare, sotto la pioggia, al sole, di giorno e di notte. E proprio di notte sarà la cosa più tremenda, perché non potrà più dormire. Danzerà, finché le scarpette rosse non perderanno nuovamente lucentezza e colore.
Dentro la vicenda di Celine si inserisce una sorta di apologo che racconta la storia di due scarpette sorelle. Una scarpetta rossa abbandonata sul ciglio della strada aveva una speranza: ritrovare sua sorella.
La scarpetta sinistra aspettava, d’estate, d’inverno, ma intanto il suo colore scoloriva e la sua pelle si rattrappiva. Un pomeriggio una macchina la schiaccia bucandole la suola. La scarpetta piange, si dispera, si sente sola ma resiste e continua a sperare. Passano i mesi, gli anni e lei si sente come se piano piano si fondesse con l’asfalto fino a sprofondare giù nel centro della terra.
Ma un giorno, durante un temporale, un fulmine spezza il ramo di un albero. Da quel ramo cade la scarpetta destra sua sorella, nuova, intatta, bellissima. La scarpetta sua sorella, protetta dall’albero a cui era rimasta appesa, è rossa, brillante, un numero 35 da schianto!
Non appena la scarpetta bucata e malconcia riconosce sua sorella, decide di non farsi notare e si immerge sempre di più nell’asfalto, nascondendo la sua punta smussata nel grigio polveroso della strada. Ma la scarpetta destra la vede e corre ad abbracciarla.
Le due scarpette sono diverse: una è rotta e l’altra è perfetta. Come fare per camminare insieme, per ballare e saltare? Passa di là una fata che le sente interrogarsi e subito con la bacchetta magica le rende identiche, usando come modello la scarpetta tutta rotta.
Finalmente insieme, le due scarpette sbiadite e bucate, camminano, saltano, danzano per le strade del mondo, finché un giorno, improvvisamente, ritornano rosse e brillanti.
La felicità non ha a che fare con la superbia, né con la vanità. La felicità ha a che fare con il cammino di due scarpe bucate su una strada. Prima un passo e poi un altro, in un movimento armonioso e febbrile.