Napoli. I fasti del Settecento rivivono a Napoli grazie ad una ricca esposizione ospitata dalle Gallerie d’Italia che si concentra su Sir William e Lady Hamilton, coppia glamour che visse nella città di Partenope all’epoca di Ferdinando IV di Borbone.
Inaugurata lo scorso 25 ottobre e visitabile fino al 2 marzo, la mostra trae spunto dagli studi di Carlo Knight e dalle pregevoli opere che nel 1996 furono esposte presso il British Museum, gode del sostegno dell’Ambasciata italiana a Londra, dell’Ambasciata britannica a Roma e annovera prestiti notevoli provenienti dalla National Portrait Gallery, dal Victoria and Albert Museum, dalla Tate Gallery e dal British Museum.
Personalità poliedrica, era infatti diplomatico, antiquario e vulcanologo, Sir Hamilton giunse a Napoli nella seconda metà del XVIII secolo non immaginando che il suo soggiorno sarebbe durato circa 35 anni. Inviato straordinario di Sua Maestà Britannica, Sir William arrivò in Italia insieme alla prima consorte e subito venne rapito dalla bellezza della terra napoletana eleggendo la sua residenza a Palazzo Sessa, sito nel quartiere di Pizzofalcone.
L’abitazione del diplomatico inglese divenne ben presto un polo culturale dove transitarono nomi del calibro di Goethe, Mozart e Winckelmann. Il palazzo, infatti, venne trasformato in una sorta di wunderkammer in cui si alternavano vasi greci, pitture antiche e opere contemporanee dedicate principalmente alle eruzioni del Vesuvio e alla riscoperta di città come Pompei ed Ercolano la cui incredibile storia, proprio in quegli anni, venne finalmente alla luce.
Nel 1786, poi, si verificò un evento epico per Hamilton: l’incontro con la sua seconda moglie, ovvero Emma Lyon. Possiamo parlare di un amore autentico che si concretizzò poi nel 1791 quando la bellissima Emma divenne finalmente la consorte del diplomatico inglese. Il suo ingresso nell’alta società le consentì di assurgere a figura leggendaria, tanto da diventare musa ispiratrice per il fior fiore degli artisti dell’epoca che quasi arrivarono a gareggiare per ritrarla. Emma, infatti, ci appare come angelo del focolare mentre la vediamo intenta a filare ma sa essere anche una conturbante Circe nei dipinti realizzati da George Romney, artista capace di immortalare con sapienti pennellate l’innegabile bellezza della giovane donna.
Non solo Romney però, l’esposizione infatti presenta opere di pittori rinomati quali Joseph Wright of Derby, Angelica Kauffmann e Jacob Philipp Hackert che riuscirono ad imprimere sulla tela le suggestioni e l’incredibile vivacità culturale di Napoli nel corso del Settecento.
Hamilton, che seppe trarre il massimo da ogni singolo momento del suo soggiorno, era un erudito innamorato del collezionismo di opere antiche e da naturalista fu quasi ossessionato dalle eruzioni del Vesuvio come documentano i volumi in mostra dedicati ai Campi Flegrei. Più di tutto, però, amava il paesaggio del golfo tanto da commissionare decine di dipinti ad artisti locali e stranieri che ritrassero il panorama da qualsiasi angolazione. Grazie agli stimoli di Hamilton, infatti, la pittura en plein air venne anticipata strizzando così l’occhio alla corrente artistica che si conquistò ampio spazio solo a partire dal secolo successivo.
In mostra, però, troviamo anche ritratti di Hamilton il cui fine non è tanto quello di rimarcare il suo incarico ufficiale ma di esaltare la sua lungimiranza come collezionista e la sua innata eleganza, due peculiarità che gli consentirono di farsi benvolere. Joshua Reynolds ebbe il privilegio di ritrarlo e il dipinto venne consegnato al British Museum a cui Hamilton in persona aveva donato la sua raccolta di antichità: quest’opera in particolare vede il diplomatico rappresentato nella sua residenza napoletana insieme ad alcuni pezzi della sua ricca collezione mentre il Vesuvio si staglia sullo sfondo. Una raffigurazione ripresa poi in modo quasi analogo sempre da Reynolds dove però Hamilton appare insieme ad alcuni componenti della Society of Dilettanti, ossia i protagonisti del Grand Tour.
La bellissima Emma, invece, oltre al suo innegabile fascino viene ricordata per una liason con l’ammiraglio Nelson. Ma ridurre la sua esistenza a qualche gossip sarebbe deplorevole: Emma infatti era intraprendente, dotata di una grandissima abilità politica e riusciva a catalizzare l’attenzione di tutti i presenti durante le sue esibizioni sceniche; una qualità, quest’ultima, che è stata fonte di ispirazione per la recitazione e per la danza contemporanea.
I coniugi Hamilton, insomma, furono tra i personaggi di spicco del Settecento napoletano incarnando non solo il ruolo di protagonisti ma di veri e propri registi e innovatori, caratteristiche che permisero loro di rientrare nella rosa degli eletti della famiglia reale borbonica.
Come saggiamente riportato da Tischbein, “Hamilton era un uomo di mondo che sapeva procurarsi le comodità della vita e goderne: non passava un momento che da lui non fosse utilizzato”.
William ed Emma, quindi, seppero afferrare i piaceri della loro esistenza e grazie al loro acume vissero in modo invidiabile come testimoniano ancora oggi le opere giunte sino a noi.