Napoli. Incontriamo la scrittrice Carmen Scarpelli per farle qualche domanda sulle sue intense attività letterarie e scopriamo che spiritualità e ironia possono convivere senza alcun problema. Scopriamo un universo fatto di storie di vita che diventano trame di libri per poi tornare nella realtà di tutti i giorni, con un ciclicità che affascina e incuriosisce. Scopriamo che la passione per l’insegnamento è in grado di rendere ancora speciale un mestiere indubbiamente messo in crisi dal nostro tempo. Scopriamo, forse, cose già note ma la semplicità con cui ce le racconta Carmen Scarpelli rende queste scoperte ricche di senso.
Quando hai avvertito per la prima volta l’esigenza di raccontare le tue storie in un libro?
La vita ci scrive addosso, ogni storia nasce e si sedimenta nel cuore dello scrittore e, per questo, ogni storia narrata è la trasfigurazione di esperienze fatte o da volere vivere, di film, letture, persone incontrate, episodi raccontati da altri.
Tutto questo preambolo mira a rispondere alla tua domanda…
Quando ero bambina scrivevo piccole storie su un quaderno dalla copertina nera e le raccontavo a chi aveva voglia di ascoltarle, poi ne ho scritte di più articolate, la sedimentazione era cresciuta di spessore e di profondità narrativa, e me le hanno pubblicate su diversi giornali.
E in-fine, che però è stato il principio delle mie pubblicazioni, diversi anni fa ho sfidato me stessa consegnando a un editore un romanzo che poi è stato pubblicato e che è pure piaciuto ai lettori. A spingermi verso un editore è stato un guizzo vitale perché, se ciò che si scrive non viene pubblicato, lo si fa morire tra le pareti della propria anima, nel gelido spazio di un file del pc e, invece, io avevo voglia di fare vivere i miei personaggi e avevo anche voglia che incontrassero i lettori, che si intrattenessero con loro e che abitassero almeno per un po’ il loro cuore.
Sei una instancabile lettrice, come dimostra la tua ricchissima biblioteca. C’è un libro che vorresti tenere sempre sul comodino e che non ti stancheresti mai di rileggere?
Diversi libri stazionano periodicamente sul mio comodino, almeno tre alla volta, perché leggo attenendomi al mio umore ma anche alla stanchezza mentale o all’interesse di quel giorno. In realtà nelle mie letture seguo il cuore ma c’è sempre uno che è lì, tra gli altri, ed è la Bibbia. Trovo che sia un libro che ha molte chiavi di lettura e che vada letto e riletto per entrare sempre più nel profondo del suo messaggio umano, storico e spirituale. La Bibbia, soprattutto nel Vecchio Testamento, racconta una storia epica che ha anche molti risvolti esoterici e antropologici e, per me che credo in Dio e in suo figlio Gesù, è un riferimento costante e rivelatore, che apre una finestra sul senso della vita, di ogni vita, che è un perenne viaggio di conoscenza e di stupore, di ricerca e di continue epifanie.
Ci sono anche altri testi che sul mio comodino non dovrebbero mancare, per esempio l’Ulisse di Joyce, La Recherche di Proust, i Canti del Leopardi, le poesie della Dickinson, il Tao della fisica di Fritjof Capra e molti altri ancora. Ogni libro che ho letto è diventato tassello del mio mosaico interiore e, riflettendo meglio sui libri che sul mio comodino non dovrebbero mancare, forse sarebbe preferibile… che io trasferissi il mio letto accanto alla libreria.
Da anni svolgi, con rara passione e competenza, la professione di insegnante, riuscendo nel difficile compito di suscitare nei tuoi allievi l’interesse verso la lettura e la scrittura. Ritieni che il contatto con la scuola abbia influenzato il tuo approccio alla narrativa?
Sicuramente insegnare a degli adolescenti in crescita ha fatto crescere pure me attraverso esperienze anche molto creative. Come ho già detto, la vita ci scrive addosso, tutto rimane a segnare tracce e ciò che ho sperimentato con i ragazzi sta sulla mia pelle. La mia esperienza di docente si intreccia con quella di scrittrice proprio in alcuni miei romanzi rivolti appunto ai giovani, in cui affronto tematiche importanti come il bullismo, l’abuso della tecnologia, la condizione ambientale, l’amicizia e l’amore. È il mondo dei miei ragazzi che si muove in queste storie… un mondo molto più complesso di quanto si possa immaginare perché ha subito cambiamenti apocalittici e in questo mondo si è costretti a correre velocemente, a fare tanto e presto.
Non è stato facile per me raccontare in tempo reale questo universo fortemente mutevole e articolato ma ho voluto provarci e credo di esserci riuscita. I miei giovani lettori mi scrivono di essersi riconosciuti in questo o quel personaggio, di avere vissuto in prima persona ciò che ho narrato e… se lo dicono loro io mi fido.
Sappiamo che hai sempre con te un taccuino per appunti e spunti da sviluppare nei tuoi libri: se potesse parlare, cosa ci racconterebbe di te questo taccuino?
Non so chi abbia fatto la spia ma è vero che ho sempre con me un taccuino per appuntare ciò che mi viene in mente. In verità ne ho uno in auto, uno in ogni borsa che di solito uso e uno per i viaggi e quelle che annoto sono frasi brevi, a volte scrivo persino una sola parola che però apre alla complessità di un qualcosa che solo io riesco a vederci dentro. Sono illuminazioni, intuizioni, introspezioni, incipit, input espressi in modo essenziale ed ermetico. Io però mi capisco e va bene così perché le mie annotazioni sono tanto oscure agli altri quanto piene di luce per me in quanto fermano sulla carta momenti importanti che mi appartengono e che, a volte, diventano spunti di un mio romanzo o di un racconto.
Nuovi progetti letterari sono sulla tua scrivania. Vuoi darci qualche anticipazione senza sottrarci il gusto dell’attesa?
Sono due i progetti letterari a cui sto lavorando: uno è un romanzo per adulti che ha come forza centripeta Medjugorje dove vado ormai da dodici anni e l’altro è un romanzo per ragazzi, ma non solo, che sarà pubblicato a breve.
Con questa nuova storia, attuale e avventurosa, provo a coinvolgere i giovani sul problema ambientalista che ha un impatto fortissimo sulla vita di tutti. Non è mai abbastanza ciò che si fa per scuotere le coscienze sul futuro del nostro pianeta e i ragazzi sono già il nostro futuro.
E per chiudere, ci racconteresti un tuo progetto non letterario?
Già da qualche mese mi sto dedicando alla sceneggiatura di un cortometraggio e spero di portare a termine questo progetto con il contributo di un giovane e valido regista. Sono però una principiante, procedo con molta umiltà e ho tanto da imparare, per cui il prodotto finito uscirà tra un po’ di tempo.