Bologna. Indaga l’animo umano di ieri e di oggi “Dioggene”, lo spettacolo in programma al Teatro Celebrazioni di Bologna sabato 14 dicembre alle ore 21.00. Protagonista assoluto di questa pièce teatrale – scritta e diretta da Giacomo Battiato – è Stefano Fresi, che interpreta l’unico personaggio attorno a cui ruota l’intera narrazione: Nemesio Rea, un uomo di umili origini che diventa poi un attore famoso. Il monologo si divide in tre quadri, ambientati in tre epoche diverse, che dal Medioevo all’attualità raccontano il percorso di crescita e consapevolezza di uno stesso individuo, e che mettono tutti in luce tematiche ancora oggi largamente sentite e universali, quali l’odio, la violenza, l’ottusità dell’uomo e la necessità di una società di circondarsi di amore e bellezza. «Mettere in scena questo triplo monologo che ho scritto per Stefano – commenta Battiato – è puro gaudio, per la sintonia e la reciproca stima che ci sono tra noi due. A ciò si aggiunge il piacere della sfida: tre lingue italiane diverse per ciascuno dei monologhi (volgare toscano, lingua corrente del nostro XXI secolo, romanesco), tre atmosfere, tre toni, tre stili. Epica e commedia, sberleffi e crudeltà. In ognuno dei tre quadri, apparentemente così diversi tra loro, ci sono gli stessi temi che ruotano. La violenza dei maschi, l’umana stupidità, la guerra, il bisogno di bellezza e di amore. Stefano Fresi è un gigante sulla scena. Accanto a lui – continua il regista – ho voluto che ci fosse un solo elemento scenografico, diverso nei tre quadri: un mostruoso spaventapasseri, un’armatura, un bidone dell’immondizia. Tre simboli (paura, morte, rifiuti) in uno spettacolo che, a dispetto della violenza, della rabbia, delle ansie e del dolore trattati, considero un appello alla meraviglia del mondo e della vita». Nel primo quadro – “Historia de Oddi, bifolcho” – Nemesio è in scena con un proprio testo, scritto in autentico volgare duecentesco: la storia di un contadino toscano che ha partecipato alla tremendissima battaglia di Mdontaperti. Nel secondo – “L’attore e il buon Dio” – lo ritroviamo nel suo camerino, mentre si prepara per lo spettacolo. Ma una volta in scena racconta l’avvenuta rottura violenta con la moglie. Nel terzo – “Er cane de via der fosso d’a Maijana” – Nemesio finalmente vive felice in un bidone dell’immondizia: ha lasciato tutto, la sua professione e la sua vecchia vita, e ha deciso, come il filosofo greco Diogene, di rifiutare ogni ambizione e possesso per essere libero di parlare del vero senso della vita. Le musiche dello spettacolo sono di Germano Mazzocchetti, i costumi di Valentina Monticelli e le luci di Marco Palmieri. Completano il cast creativo Oscar Aciar (scultore) e Bartolomeo Gobbo (decoratore). “Dioggene” è una produzione Teatro Stabile d’Abruzzo, Stefano Francioni Produzioni e Argot Produzioni.