Scandicci. Al Teatro Studio “Mila Pieralli” di Scandicci, da venerdì 17 a domenica 19 maggio, StivalaccioTeatro presenta in anteprima nazionale “Sêmi – senza infamia e senza gloria”, scritto e diretto da Marco Zoppello, con Sara Allevi, Giulio Canestrelli, Anna De Franceschi, Michele Mori, Marco Zoppello e Matteo Pozzobon. Un thriller teatrale vestito da farsa grottesca per maschere, che diventano lo specchio deforme di vizi e difetti del vivere del nuovo millennio. Il testo è stato finalista al Premio Hystrio Scritture di Scena 2018.
“Sêmi – afferma Marco Zoppello – è un giallo surreale sulla necessità dell’individuazione del male, del nemico, sul germe della follia, sull’atto dimostrativo, sulla giustificazione della violenza, sul valore dei valori. Vogliamo raccontare – prosegue – un futuro prossimo, estremo e tragicomico: ci muoviamo in una realtà di violenza e prevaricazione, una giungla nella neve, dove il più forte cerca di distruggere il più debole, giustificando il tutto con l’ideologia”.
Tra le nevi delle isole Svalbard nell’Oceano Artico, tra la Norvegia e il Polo Nord, esiste lo Svalbard Global Seed Vault, un bunker contenente la scorta mondiale di semi. Il presidio viene ciclicamente affidato ai corpi armati della Nato. Sêmi si svolge durante l’ultimo giorno di presidio della delegazione italiana. Alle prime luci dell’alba, due presenze si avvicinano furtive. Sono due donne, pronte a un gesto estremo: attaccare la banca più ecologica del pianeta.
Una produzione di StivalaccioTeatro e Operaestate Festival Veneto, con il sostegno di Fondazione Teatro della Toscana e La Corte Ospitale, per StudioTeatro, il programma di residenze artistiche pensato e sostenuto dal Teatro della Toscana per il Teatro Studio di Scandicci, la cui gestione le è stata riconfermata per il prossimo triennio.
La prima nazionale dello spettacolo sarà il 27 maggio al Teatro Vittoria di Castrovillari (Cosenza), all’interno del festival Primavera Dei Teatri.
Lo Svalbard Global Seeld Vault nelle isole Svalbard, Oceano Artico, tra la Norvegia e il Polo Nord, contiene e conserva al suo interno oltre 10 mila semi diversi: è un’immensa Arca di Noè del Vegetale dispersa tra i ghiacci con il compito di scongiurare la perdita dell’intero repertorio vegetale in caso di catastrofi naturali, attacchi e atti ostili di ogni tipo. Qui StivalaccioTeatro compie il cammino dell’equilibrista lungo un filo sospeso, quello della farsa, del dramma, della commedia, dell’ironia e della tragedia. Quello che ne esce è “Sêmi – senza infamia e senza gloria”. Scritto e diretto da Marco Zoppello, lo spettacolo con Sara Allevi, Giulio Canestrelli, Anna De Franceschi, Michele Mori, Marco Zoppello e Matteo Pozzobon è tutto recitato con le maschere realizzate da Roberta Bianchini. La scenografia è di Alberto Nonnato, i costumi di Lauretta Salvagnin, le luci Matteo di Pozzobon, l’habitat sonoro di Giovanni Frison.
“Sêmi è un ring, un luogo di scontro per fuggitivi dei più dispersi gironi infernali – dice Zoppello – i personaggi, dai tratti caricati e deformi, a metà tra il fumetto e la satira espressionista del ’900, sono dei piccoli mostri che sgomitano per trovare il loro spazio nella società, così come le antiche maschere della Commedia dell’Arte, qui trasportate e rimasticate in un futuro prossimo. Sono anche sémi – continua – nel dialetto veneto la parola descrive anche quei soggetti a cui (forse) manca una parte di senno. O forse, per qualcuno, sono tutt’altro che privi di senno, anzi, sono sementi di un’umanità che deve ancora germogliare”.
Il presidio dello Svalbard Global Seeld Vault viene ciclicamente affidato ai corpi armati della Nato. L’azione scenica si svolge durante l’ultimo giorno di presidio della delegazione italiana, guidata dal Sergente Mario Zoppei, con al seguito i soldati scelti Giorgio Morello e Fausto Rossi. Alle prime luci dell’alba, mentre fuori dalla base infuriano folate di vento e grossi fiocchi di neve, due presenze si avvicinano furtive, lasciando profonde impronte nella neve. Nascondono armi sotto gli abiti e volti determinati dietro i passamontagna. Sono due donne, pronte a un gesto estremo, folle quanto visionario: attaccare la “banca” più “ecologica” del pianeta.
Conclude Zoppello: “Un soldato semplice deciso ad assolvere il proprio dovere a ogni costo, due giovani attiviste che ardono di passione per l’ambiente, un sergente maggiore attonito e impotente e un altro soldato, dedito alla più sfrenata ignavia, si sono dati appuntamento per porsi alcune “semplici” domande: il fine giustifica i mezzi? Chi decreta se il fine giustifica i mezzi? La Storia? Chi decide quali sono le vittime sacrificabili? La violenza è l’unica strada? Loro si interrogano, pistola alla mano, su cosa fare per cambiare il mondo secondo la propria, soggettiva, idea di ambiente, pace, giustizia, amore”.
Sêmi è quindi il grottesco tentativo di capire l’incapibile necessità della furia perpetrata in nome di qualcosa che sembra sempre valere più della vita dell’altro. Siamo in grado di essere sementi di un’umanità che potrebbe ancora fiorire e dare nuovo frutto? O siamo soltanto bestie dimenticate nel cortile dell’orrore, pronte a sbranare il prossimo per l’osso di pollo?