Straordinario successo al Teatro San Carlo per la “Sonnambula” interpretata da Jessica Pratt

Napoli. Nelle cronache ottocentesche si trovano molto spesso riferimenti ai bis concessi dai grandi cantanti del tempo delle arie più famose del repertorio belcantistico, e per Bellini soprattutto in “Sonnambula”. Ma questa pratica è diventata molto rara e, ai nostri tempi, si può dire eccezionale che si fermi l’azione di una rappresentazione per ripetere un brano particolarmente gradito dal pubblico. Nella recita unica di “Sonnambula” al Teatro di San Carlo di ieri 30 gennaio è successo per ben due volte. L’aria di Elvino, “Ah! Perché non posso odiarti”, è stata interpretata dal tenore Francesco Demuro con una tale intensità e ricchezza di abbellimenti e salti spinti verso l’acuto da scatenare un applauso interminabile, che ha convinto a ripetere quel pezzo di bravura da parte di uno degli artisti più acclamati a livello internazionale. Del resto Demuro aveva già dall’inizio fatto capire che sarebbe stata una grande serata, mantenendo fino alla fine le promesse. La protagonista del titolo era Jessica Pratt, certamente una delle più brillanti stelle del firmamento belcantistico di oggi, erede delle sue antenate ottocentescehe Pasta, Colbran e tante altre. Nella lunga e impervia scena finale dove Amina –sonnambula – attacca la celebre aria “Ah! Non credea mirarti”, il soprano attraversa l’intera tavolozza di colori dell’espressione musicale dal dolce e melanconico cantabile per gradi congiunti, ai picchettati e salti acutissimi esprimendo la sua gioia incontenibile insieme a tutti, coro orchestra e banda: nonostante la massa sonora la sua voce svettava potente ed esaltante. Tutta la più incredibile campionatura di fioriture di cui Jessica Pratt dispone grazie alla sua lunga esperienza in questo repertorio, ha potuto trovare posto nella lunga cadenza col fenomenale “diminuendo” che prima di lei Maria Callas aveva sfoderato nelle sue mitiche esecuzioni negli anni ’50, fino alla salita del Fa sovracuto: e la Pratt ha eseguito proprio quel “diminuendo”, per la seconda volta nella sua carriera e per la prima volta in Italia, ripetendo il Fa quattro volte compreso il bis. Un altro primato di questa serata sancarliana.
A contorno di una serata che resterà negli annali del Teatro di San Carlo, si deve registrare la straordinaria prova anche della terza voce protagonista, la Lisa di Valentina Varriale, accolta nella sua città con grande e meritato entusiasmo. E anche il conte di Alexander Vinogradov ha convinto pienamente, insieme alla solida voce di Manuela Custer nel ruolo della madre di Amina, Teresa. Da notare l’esordio in scena del primo degli allievi dell’Accademia di canto del San Carlo guidata da Mariella Devia, Ignas Melkinas. Il Coro è stato preparato al solito con grande sicurezza da José Luis Basso mentre l’orchestra ha fornito una prestazione notevole ottimamente guidata da Lorenzo Passerini, giovane e talentuoso direttore che ha basato la sua lettura sull’edizione critica dell’opera. Un successo trionfale per un’opera che mancava dai cartelloni napoletani da vent’anni.

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