“Supplici”, il dramma euripideo approda a Milano nella rilettura di Serena Sinigaglia

Milano. Dal 18 al 23 marzo “SUPPLICI”, successo di ATIR, realizzato in coproduzione con Nidodiragno/CMC e Teatro Due di Parma, dopo aver effettuato oltre 73 recite in 45 piazze dal 2022, riprende nuovamente la tournée e approda al Teatro Elfo Puccini di Milano.
Il dramma di Euripide, per la regia di Serena Sinigaglia, vede in scena le storiche attrici di ATIR – Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna e Sandra Zoccolan – e segna l’inizio di una collaborazione artistica tra la regista Serena Sinigaglia e alcune delle più interessanti attrici della scena teatrale contemporanea – Francesca Ciocchetti, Giorgia Senesi e Debora Zuin – dando vita a un cast straordinario.
“Potenti, travolgenti, rigorose in ogni passaggio” sono le parole che descrivono le attrici e il loro talento nelle motivazioni del Premio della Critica 2022 – Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.
“Gioiello teatrale, frutto di una collaborazione che unisce eccellenza e passione” sono le parole del Premio Hystrio – Twister 2023.

Dalle note di regia di Serena Sinigaglia: «Amo i classici da sempre: con essi imparo cos’è il teatro e cos’è l’essere umano. Con i contemporanei imparo a conoscere la realtà presente e l’epoca in cui vivo. Insomma classico e contemporaneo si riguardano, si specchiano l’un con l’altro, si nutrono a vicenda. Come tradizione e innovazione.
Il crollo dei valori dell’umanesimo, il prevalere della forza, dell’ambiguità più feroce, il trionfo del narcisismo e della pochezza emergono dal testo di Euripide per ritrovarsi intatti tra le pieghe dei giorni stranianti e strazianti che stiamo vivendo. È incredibile quanto una scrittura che risale al 423 a.C. risuoni chiara e forte alle orecchie di un cittadino del terzo millennio.
La democrazia ateniese fa acqua da ogni parte, contraddice i suoi stessi valori, è populismo che finge di affermare i sacri valori della libertà. È manipolazione a tratti persino grossolana, si chiama democrazia ma assomiglia troppo ad un’oligarchia. Sembra lo strumento migliore per scansare le responsabilità e restare ad ogni costo sempre e comunque impuniti. È la legge del più forte, anche se apparentemente garantisce spazio e parola a tutti.
Le supplici sono le sette madri degli eroi uccisi presso le porte di Tebe. Giungono ad Atene per implorare Teseo: recuperi i cadaveri dei vinti, dei figli uccisi, a costo di fare guerra a Tebe che non li vuole restituire.
Tebe sotto la tirannide di Creonte, Atene sotto la democrazia di Teseo. Ancora una volta una stranezza: può essere la democrazia in mano ad una persona sola? Non è una contraddizione in termini?
Il discorso tanto caro a Euripide, che parla di pacifismo e amore tra i popoli, di dolore e di pietà di queste madri che hanno perso i figli, di un intero paese che ha perso i propri eroi, si intreccia con un sottile ragionamento politico, capace di rendere questa tragedia un unicum per l’antichità.
Sette madri, sette attrici: Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Deborah Zuin.
Queste attrici straordinarie, a cui mi lega un lungo sodalizio artistico, interpretano dunque il coro delle supplici e sono anche, di volta in volta, i diversi personaggi della tragedia: Teseo, l’araldo tebano, Etra, Adrasto, il messaggero, il coro dei bimbi, Atena.
Un rito funebre che si trasforma in un rito di memoria attiva, un andare a scandagliare le ragioni politiche che hanno portato alla morte i figli e più in generale alla distruzione dei valori dell’umanesimo. Che siano le donne a compiere questo viaggio di ricostruzione e conoscenza mi è parso necessario e naturale».

Crediti foto: Serena Serrani.

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