Torino. È stata inaugurata ufficialmente il 10 di ottobre, all’interno del Museo Nazionale del Cinema di Torino – e resterà aperta al pubblico fino al 7 aprile 2024 – la mostra dal titolo “The World of Tim Burton”, dedicata all’omonimo regista.
Identificare Tim Burton “solo” come regista appare tuttavia riduttivo: nel corso della sua lunga carriera ha infatti ricoperto il ruolo di sceneggiatore, produttore cinematografico, scrittore, disegnatore e animatore e la mostra rappresenta l’occasione perfetta per scoprire sia l’artista che l’uomo a tutto tondo.
L’esposizione, per la prima volta in assoluto in Italia, trova nella Mole Antonelliana la sua location ideale grazie alle scale a chiocciola e alla sua architettura vertiginosa che regala al visitatore la sensazione che ogni elemento si trovi lì da sempre; gli spazi che ospitano il Museo del Cinema appaiono infatti del tutto coerenti con gli schermi, le polaroid, gli oggetti e le sculture che caratterizzano l’allestimento ideato e co-curato da Jenny He in collaborazione con lo stesso Tim Burton, rivendicando la libertà artistica in tutte le sue espressioni possibili.
Ciò che maggiormente caratterizza la mostra è la grandissima quantità e varietà di contenuti appartenenti all’archivio personale del regista, così come la ricostruzione del suo stesso studio, disordinatamente creativo, che consente al visitatore di accedere alla sua sfera più privata.
Notevole è la presenza di disegni e bozzetti da cui hanno poi preso vita le ambientazioni e i personaggi più iconici dell’universo cinematografico di Tim Burton, da “Batman” a “Mercoledì”, passando per “Edward mani di forbice” e “La fabbrica di cioccolato”.
La mostra è stata definita, a ragione, una sorta di autobiografia raccontata attraverso i suoi processi creativi e il suo inconscio, che accompagnano il visitatore in un viaggio che inizia da una semplice idea e conduce alla realizzazione di pellicole dallo stile inconfondibile che appartengono ormai all’immaginario collettivo.
Questo viaggio all’interno del genio creativo è organizzato in ben nove sezioni tematiche e presenta oltre 500 esempi di opere d’arte originali (alcune mai viste prima) che spaziano dagli esordi ai progetti più recenti; un spazio rilevante è riservato a quelle che sono state le influenze del regista: i fumetti o le animazioni Edward Gorey e Charles Addams, i film in televisione, così come i miti e le favole raccontate a scuola, che hanno permesso al giovane Burton di vantare, fin dagli inizi, una invidiabile varietà compositiva.
In definitiva, “The World of Tim Burton” è un’esperienza immersiva da cui vale la pena lasciarsi traportare, un viaggio di sensazioni, impressioni e turbamenti che segue il movimento spiraliforme dei corridoi della Mole quasi a riprodurre il movimento dell’irrequieto inconscio dell’artista. La presenza dei costumi, delle opere in movimento, dei pupazzi e delle installazioni scultoree rendono altamente suggestiva l’ambientazione e aiutano ad approfondire la psicologia di un artista complesso come Tim Burton, che recentemente ha dichiarato di percepirsi ancora oggi come un emarginato, un “outsider”. Una dimostrazione che nemmeno il successo planetario o i riconoscimenti più prestigiosi riescono (fortunatamente) a placare quell’inquietudine che gli consente di esprimere al meglio la propria creatività e il proprio talento.