Milano. “Risveglio in musica” è il titolo che “l’Atelier Musicale”, la rassegna che da oltre un quarto di secolo propone alla Camera del Lavoro di Milano programmi in bilico tra jazz, classica e contemporanea, ha voluto dare alla sua ventisettesima edizione, che giunge dopo un anno di sosta dovuta alla pandemia e che vuole essere un segno di ottimismo per il ritorno alla normalità anche nei campi, tra i più colpiti, della cultura e della musica.
Sabato 2 ottobre (ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa a 5/10 euro), il concerto del ritorno è dedicato agli ottant’anni di Franco D’Andrea, uno dei grandi maestri europei del piano jazz, nato a Merano l’8 marzo 1941 e divenuto milanese d’adozione. La sua carriera, cominciata negli anni Sessanta, è legata a una forte progettualità, a una visione del jazz in cui la componente estetica americana ha trovato una singolare definizione “europea”, basata su un retroterra culturale che al rigore mitteleuropeo ha unito la conoscenza profonda della dimensione ritmica, approfondita con lo studio della musica africana.
In questo percorso che lo ha visto insignito di premi di ogni genere, il piano solo riveste una grande importanza: D’Andrea ha cominciato a frequentarlo nel 1978, incidendo l’album “Nuvolao”, il primo di un’innumerevole produzione di dischi che da “Dialogues With Superego” ed “Es” è giunta alla monumentale serie di otto Cd in piano solo incisa su idea dell’etichetta Philology. Piano solo nel quale il nostro si muove con grande e orchestrale autonomia, esplorando ogni tipo di materiale musicale.
Nel concerto dell’Atelier, D’Andrea agirà in totale libertà, pescando tra proprie composizioni, brani della tradizione jazzistica e momenti di più astratta improvvisazione totale. Un vero e proprio recital nel quale, in filigrana, si ascolterà la storia musicale di questo eccezionale protagonista del jazz degli ultimi decenni.
Prima del concerto, Massimo Bonini, segretario generale della Camera del Lavoro, consegnerà al Maestro la medaglia dei 130 anni della CGIL.
La ventisettesima edizione dell’ “Atelier Musicale” presenta anche quest’anno tutti i tratti caratteristici della filosofia della rassegna. In primo luogo, lo spazio a progetti originali, commissionati per prime esecuzioni assolute o presentati per la prima volta a Milano. Poi la varietà del programma, che senza pregiudizi stilistici o generazionali offre un vasto panorama di proposte sonore, con un’attenzione particolare ai giovani. Quindi l’intreccio tra la musica jazz, il trasversalismo contemporaneo e il mondo eurocolto, trattato con programmi originali, che mettono il Novecento al primo posto, ma che operano anche significativi recuperi storici. Infine, ci sarà sempre il fondamentale momento di formazione del pubblico, grazie a esaustivi programmi di sala e al racconto della musica da parte di chi la suona, di musicologi e di uomini di cultura.
Il cenacolo musicale dell’Atelier torna, dunque, con tutti i suoi punti di forza e presenta un cartellone di grande interesse: addentrandoci negli appuntamenti troviamo, dopo l’inaugurazione di Franco D’Andrea, un singolare concerto dedicato a Bill Evans con Enrico Pieranunzi, Stefano “Cocco” Cantini e Maurizio Franco (16 ottobre), dove si intrecciano musica e parole in una multimedialità che interessa anche l’omaggio a Corto Maltese, tra fotografia e improvvisazione totale (in programma il 13 novembre con Giovanni Falzone, Alessandro Rossi e Pino Ninfa); il duo di Enrico Intra con Margherita Carbonell, una giovane contrabbassista uscita dai Civici Corsi di Jazz (il 23 ottobre); la reunion, davvero storica, tra i componenti del trio di Gianluigi Trovesi attivo negli anni Settanta (22 gennaio, con Paolo Damiani e Gianni Cazzola). L’arpa sarà protagonista di due concerti che attraversano il mondo musicale dello strumento, quello attuale e quello del passato (rispettivamente il 27 novembre con il trio di Marcella Carboni e il 12 marzo con Floraleda Sacchi). Simone Graziano svelerà il suono del suo pianoforte preparato in solo e in trio il prossimo 12 febbraio, mentre i repertori di due giganti della composizione jazz, Jelly Roll Morton e Charles Mingus, saranno affrontati in due specifici concerti (il 5 e il 19 marzo a cura, rispettivamente, della formazione guidata da Helga Plankensteiner e Achille Succi e del quintetto di Marco Vaggi).
La musica tradizionale avrà come protagonisti i giovani talenti del gruppo Zariel (il 5 febbraio), laddove il coté classico della rassegna, rafforzato dalla collaborazione con il Conservatorio di Novara, presenterà due classici del Novecento (Pierrot Lunaire e Histoire du Soldat sabato 29 gennaio) e un viaggio nel mondo della viola nel secolo scorso (il 9 ottobre con Maria Ronchini e Monica Cattarossi), parimenti a uno per la musica degli ottoni (il 6 novembre con il Canaja Brass Quintet), oltre a un originale connubio tra voci e clarinetti (il 20 novembre) e al particolarissimo duo su arie, canzoni e liriche nate nell’anno 1917 (il 19 febbraio con Maria Eleonora Caminada e Alfonso Alberti).
Nel suo insieme, si tratta di un programma di eccezionale spessore e varietà, proposto come di consueto nel pomeriggio di sabato, favorendo così la partecipazione anche a un pubblico poco avvezzo a uscire di sera.