Como. Sta per prendere il via la XXI edizione del Tremezzina Music Festival, manifestazione organizzata dall’associazione culturale Musicamorfosi in programma quest’anno sulla sponda comasca del Lario, dove dal 4 al 7 agosto la musica jazz e gospel farà da padrona.
Già lunedì 29 luglio, però, si è svolta un’anteprima speciale nella raffinata cornice di Villa Carlotta, in cui si sono esibiti il giovane pianista e compositore italiano Thomas Umbaca, che ha presentato i brani del suo sperimentale album d’esordio “Umbaka”, e, a seguire, la cantautrice catalana Anna Ferrer, talento emergente del jazz italiano originario di Minorca.
La Ferrer è una delle musiciste più interessanti della Catalogna: grazie ad una chitarra e alla propria voce, quest’artista ha saputo rielaborare le tradizioni musicali della sua terra, rinnovandole in modo originale e convincente e creando un folk elettronico e contemporaneo. Il Tremezzina Music Festival aprirà ufficialmente i battenti domenica 4 agosto con un concerto dedicato alla musica religiosa afro-americana con un’interprete d’eccezione quale Ginger Brew, cantante ghanese di spessore internazionale, conosciuta in Italia come corista e voce solista di Paolo Conte. Accompagnata dal Sister and Brothers Gospel Choir Ensemble, prestigioso coro gospel italiano diretto da Carla Baldini, Ginger Brew coinvolgerà il pubblico con una performance unica, capace di trasmettere il significato più profondo di questo genere musicale.
Lunedì 5 agosto Villa Carlotta ospiterà il quartetto jazz guidato dai sassofonisti Sophia Tomelleri e Michele Tino (con Stefano Zambon al contrabbasso e Fabrizio Doberti alla batteria), i quali proporranno un live sperimentale che contrapporrà alla ricerca contrappuntistica dei due sassofoni la costante ambiguità armonica dovuta alla mancanza del pianoforte. L’imprevedibilità delle performance porrà l’accento sulla linea sottile che divide il lato compositivo da quello improvvisativo. In serata, invece, al parco Olivelli riflettori puntati su “Tremezzinorleans”, progetto a cura di tre formidabili jazzisti quali Jon Hansen (tuba), David Stauffacher (percussioni) e Nicole Johänntgen (sax), che sarà protagonista anche il giorno successivo nella piazzetta di Campo di Lenno dando vita a un concerto in solo intitolato “Il soffio di Dioniso”, occasione perfetta per esplorare le potenzialità del sassofono, tra tradizione e innovazione.
Nel corso del festival ci sarà spazio anche per dei workshop, come quello dedicato ai tamburi sacri giapponesi, un laboratorio pratico nel corso del quale tutti potranno familiarizzare, suonare e danzare con i Taiko, i tamburi sacri giapponesi. I partecipanti avranno l’opportunità di riscoprire la capacità della musica di radunare, collegare e porre in relazione le persone.
Protagonista dell’ultima giornata della manifestazione, mercoledì 7 agosto, sarà invece la Rusty Brass, esuberante formazione di ottoni “arrugginiti” e anomali che si esibirà presso il Chiosco San Giorgio di Lenno, proponendo una selezione di brani eseguiti dal vivo per accompagnare il rito dell’aperitivo. Infine, in serata, i musicisti della Rusty Brass mescoleranno in modo davvero originale i ritmi funk-rock con le sonorità balcaniche, le incursioni nella tradizione classica con il jazz di New Orleans e il folklore messicano, il reggae con l’hip-hop, regalando al pubblico una travolgente chiusura del festival che riuscirà a trasmettere l’anima della manifestazione, nel segno della contaminazione.