Napoli. Il Maschio Angioino di Napoli continua a essere “palcoscenico” naturale per la rassegna “Settembre al Castello 2022”, ospitando lunedì 12 settembre alle ore 21.00 “Tu, mio” dall’omonimo testo di Erri De Luca, con Nico Ciliberti e le musiche dal vivo di Giacinto Piracci, per la regia di Annamaria Russo, nell’ambito di “Estate a Napoli 2022”. Il ragazzo e il mare: si può racchiudere così l’avventura di un’estate definitiva per un adolescente degli anni Cinquanta. Il lento addestramento alla pesca, le conversazioni sulla guerra con il pescatore, che è stato soldato sul fronte orientale, l’isola del sud aspra e fertile. Tutto questo ‘predispone’ l’incontro con una ragazza di qualche anno più grande di lui, venuta a far vacanza al mare e che, per uno strano sortilegio, vede rivivere nel ragazzo il fantasma del padre ucciso dai tedeschi. Il ragazzo reagisce con timidezza d’amore e con l’assillo di un’indagine per forzare il segreto contenuto in lei. E il segreto si aprirà come una serratura in un punto, nel nome. Glielo rivelerà il pescatore.“ Tu, mio” è un racconto di superamento della cosiddetta linea d’ombra, centrato sul passaggio dai privilegi dell’adolescenza alla ruvidezza della maturità. L’elemento dominante del racconto è proprio la ricerca delle contraddizioni e il passaggio d’identità: da un lato quella del sedicenne protagonista della storia, che si trova a fare i conti con l’approssimarsi dell’età adulta; dall’altro, tra le righe, quella di un’Italia impegnata a purgare l’atmosfera indefinita del dopoguerra, con la necessità di lasciarsi alle spalle problemi di alleati vecchi e nuovi. Oltre le illusioni della giovinezza si apre il campo dell’avventura nell’esistenza. Quest’avventura, ogni adolescente la scopre con dolore, con sofferenza, e non potrà essere mai cifrata negli schemi delle consolazioni giovanili. “Tu,mio” è una storia d’amore struggente, una corsa a perdifiato verso la fine di un amore senza fine. È dolore stretto dentro i pugni di una vita che non lascia alternative, la voglia di riscrivere una storia con l’incoscienza della giovinezza, il desiderio disperato di riscattare la morte con l’amore.