Milano. Le celebrazioni per il Centenario della morte di Giacomo Puccini proseguono al Teatro alla Scala con un nuovo allestimento di “Turandot”, in scena per sette rappresentazioni dal 25 giugno al 15 luglio con la direzione di Michele Gamba e la regia di Davide Livermore che partecipa anche al disegno delle scene insieme a Gabriela Peronetti e Gep Cucco, mentre i costumi sono firmati da Mariana Fracasso, le luci da Antonio Castro e i video da D-Wok.
La nuova “Turandot” è occasione del ritorno di Anna Netrebko, al suo terzo titolo pucciniano alla Scala dopo “La bohème” del 2012 e “Tosca” con cui aveva inaugurato la Stagione 2019/2020. L’artista è attesa anche il prossimo 7 dicembre nella “Forza del destino” con Riccardo Chailly, che la dirigerà anche il 29 novembre – giorno della morte di Puccini – in un concerto straordinario insieme a Jonas Kaufmann, dedicato ai primi lavori del compositore, dalle “Villi” a “Manon Lescaut”. Con lei canteranno in tutte le recite di “Turandot” Rosa Feola come Liù e Vitalij Kowaljov come Timur, mentre nella parte di Calaf si alterneranno Yusif Eyvazov (25 e 28 giugno, 4 e 6 luglio) e Roberto Alagna (9, 12 e 15 luglio), che il 23 giugno sarà impegnato anche in una serata pucciniana per il ciclo dei Recital di Canto. Il Coro, personaggio chiave dell’opera, è diretto da Alberto Malazzi.
“Turandot”, lasciata incompiuta alla morte del compositore nel 1924, andò in scena per la prima volta il 25 aprile 1926 alla Scala con la direzione di Arturo Toscanini e il finale di Franco Alfano che verrà utilizzato anche in questa produzione. Alla prima Toscanini interruppe la rappresentazione alla morte di Liù, deponendo la bacchetta e pronunciando le parole (variamente riportate) “Qui finisce l’opera perché il Maestro è morto”. Anche in questa “Turandot” del Centenario lo spettacolo si fermerà in un momento di omaggio al grande compositore prima di proseguire con il finale di Alfano.