Napoli. Sabato 31 maggio, allo Stadio Diego Armando Maradona, Gianni Fiorellino ha aperto la stagione dei concerti del “Napoli, Città della Musica – Live Festival 2024” con il suo spettacolo “Tutto in una notte”.
Oltre 24.000 spettatori, sin dal primo pomeriggio in fila ai varchi di accesso, hanno riempito la curva A fino all’ultimo anello, pronti a intonare le sue canzoni, anche durante la proiezione in anteprima assoluta del docufilm “Aspettami stanotte”, per la regia di Luciano Filangieri, soggetto di Melania D’Agostino e sceneggiatura di Luca Delgado.
A seguire due ore di musica in cui l’artista non si è risparmiato, alternandosi al piano, alla batteria, alla chitarra, facendosi accompagnare dai suoi storici musicisti solo per le cover.
Ad aprire i suoi figli, i dolcissimi Matteo e Lorenzo, accompagnati da una fila di ballerini, hanno fatto ingresso sul terreno di gioco al ritmo di “Tu sì a fine do’ munno”, e attraversando le fila della platea hanno raggiunto il palco, dove ad attenderli c’era Gianni, accolto dall’ovazione dei fan e da un tripudio di luci che, agitate nell’aria, hanno illuminato il cielo del Maradona, rendendo la serata magica.
Gianni era elegantissimo nel suo smoking bianco e nero, dopo essersi messo a nudo nel lungometraggio in cui ha raccontato della sua “fame di affetto”, derivante dal difficile rapporto con la madre e dal voler farsi carico, sin da giovanissimo, dei problemi economici in cui il padre, involontariamente, aveva trascinato la famiglia.
Ha spiazzato e commosso chi si aspettava un’autocelebrazione volta a ripercorrere gli oltre trent’anni di carriera, invece la sua è stata una narrazione intima, umana, in cui non ha avuto timore di mostrare tutte le sue fragilità.
Dimostrando così coraggio e maturità nell’offrire il proprio lato più vulnerabile, mostrando pubblicamente le proprie ferite e come poi abbia trasformato, quelle che potevano sembrare debolezze, in punti di forza.
Fiorellino ha riversato nelle canzoni quella sensibilità acquisita che gli ha consentito e gli consente ancora oggi di guardare la realtà con altri occhi, che poi sono gli stessi di chi lo segue.
E il successo va probabilmente ricercato nella sua capacità di offrire agli altri quelle parole cariche di emozioni, prestando così la propria voce ai cuori altrui.
La musica lo aiuta a raccontare il mondo interiore e, partendo da se stesso, riesce a creare un rapporto autentico con il suo pubblico, perché in maniera mai banale, e lo ha evidenziato anche ieri sera, ha dimostrato di essere più forte delle difficoltà che la vita gli ha presentato, diventando co-sì esempio da seguire per non mollare e non smettere mai di crederci.
Guardandosi indietro, oggi che di anni ne ha 42, Gianni dichiara di “provare tenerezza per quel ragazzo che era”, riconoscendo che la musica gli ha dato un’identità.
Identità forte, perché sa parlare alla gente e, a differenza di quello che qualcuno possa pensare, l’uso del napoletano, regionale e talvolta dialettale, non rappresenta affatto un ostacolo alla sua comprensione anche fuori regione, tanti, infatti, lo hanno raggiunto dalla Sicilia e dalla Puglia, dove a breve sarà in tour.
Gianni ha ammesso di aver sbagliato ad allontanarsi da Napoli, per buttarsi alle spalle i problemi familiari, quasi a voler prendere le distanze dalle sue origini, alle quali invece è tornato, con una maturità umana e artistica, anche grazie all’amore di Melania e dei suoi figli, indispensabili nella sua vita.
Maturità dimostrata nel duetto con Andrea Sannino, con cui ha proposto nella versione integrale il loro inedito “Chiammame ammore” di Gianni Fiorellino, Melania D’Agostino e Franco Desyre, già da qualche giorno spoilerato sui social.
Abbiamo visto un Fiorellino pronto a conquistare un pubblico sempre più vasto, facendo delle proprie radici un valore aggiunto, che va tutelato e valorizzato, espressione di quella napoletanità che parla un linguaggio universale che va dritto al cuore.
Crediti foto: Gianluca Sambiase.