Roma. “Tra 50 anni quello che stiamo facendo ai profughi sarà riconosciuto come un crimine contro l’umanità, tutto questo arriverà alla corte per i diritti dell’uomo e i nostri figli o nipoti ne saranno sconvolti e noi diremo ‘non eravamo esplicitamente d’accordo…’ E quando insisteranno dovremo dire: ‘noi abbiamo svolto soltanto il nostro lavoro’. La risposta è una domanda: che tipo di persona voglio essere?”.
È la riflessione drammatica – ma anche un durissimo atto d’accusa nei confronti di ciascuno di noi – che emerge da “Illegal Helpers”, lo spettacolo firmato da Paola Rota, Simonetta Soldier e Teho Teardo, in scena alla Pelanda del Mattatoio alle 17 e alle 19 dell’11 settembre, ottava giornata di “Short Theatre”, il festival internazionale di creazione contemporanea giunto alla sua XV edizione e diretto da Francesca Corona e Fabrizio Arcuri.
Tratto da un testo di Maxi Obexer, che i tre autori dello spettacolo hanno tradotto in un dispositivo site specific, affronta il tema degli aiutanti illegali, intervistati in ben quattro paesi europei dall’autrice tedesca. Sono uomini e donne che tutti i giorni prendono il rischio di agire per aiutare migranti e richiedenti asilo a passare i confini, affrontare i colloqui a trovare riparo, mettono a repentaglio il loro lavoro e la loro esistenza. Testimonianze anonime che risvegliano la coscienza di chi, anestetizzato dall’eccesso di informazioni e immagini, diventa complice di un crimine contro l’umanità con cui bisognerà fare i conti quando le generazioni successive chiederanno una risposta a questo genocidio. Un testo che spinge ad uscire dal mondo dell’informazione per cominciare ad agire.
Chi agisce concretamente rispetto alle drammatiche questioni migratorie è invece Forensic Oceanography, collettivo di attivisti e studiosi di varie discipline con sede nella prestigiosa Goldsmiths University of London, che mette la propria pratica artistica a disposizione della difesa legale delle ONG nei processi relativi ai salvataggi nel Mediterraneo. A Short Theatre Forensic Oceanography è presente con la video installazione “Liquid Violence”, visitabile per tutta la durata del festival.
Dopo “Illegal Helpers”, la programmazione dell’11 settembre prosegue con la disturbante performance teatrale del visual artist di Ginevra Simon Senn, alle 19.30 e alle 22 (con la terza replica il giorno seguente alle 20): “Be Arielle F” è una dimostrazione e una confessione, in cui emerge come il mondo virtuale e il mondo reale non siano sempre in opposizione, rendendo visibile l’intreccio inaspettato tra tecnologia, rappresentazione, genere e legge. In scena Senn racconta la sua esperienza: dopo aver acquistato online la copia digitale di un corpo femminile è partito virtualmente alla ricerca della donna il cui corpo avrebbe abitato tramite la realtà virtuale.
Mondo reale e mondo immaginario sono anche le due realtà intorno a cui ruota “Dream is The Dreamer” di Catarina Miranda, l’artista portoghese che presenta il suo lavoro grazie alla collaborazione di Short Theatre con il festival “Materias Diversos” nell’ambito dell’attività del “Displacement of Festivals”, prevista dal progetto europeo More Than This. “Dream is The Dreamer”, in scena alle 21, è un esercizio allucinatorio, un solo creato per un perfomer e tre buste di plastica durante il quale viene attivata una topografia immaginaria. Ispirato a riflessioni su antropocentrismo, post-umanesimo, aerocene, fantascienza, era atomica ed ecologia, la performance riflette l’interesse su esperienze ontologiche ed epistemologhiche come la capacità di relazionarsi all’io, all’altro e allo sconosciuto.
Grandissima l’attesa per una figura di culto della scena elettronica internazionale, il decano del pop elettronico tedesco Felix Kubin. Compositore, autore di radiodrammi, curatore e media artist di base ad Amburgo, in Germania, Kubin sarà in concerto alle 23 ma prima del live, alle 22, si potrà assiste alla proiezione di Felix in Wonderland! della filmaker e curatrice francese di base a New York Marie Losier
Nell’ambito del progetto in residenza “Little Fun Palace” di OHT, invece, alle 20.30, i due veterani del dancefloor Hugo Sanchez e Maurizio Athome, si confronteranno sul “New Beat”, la scena musical nata in Belgio negli anni 80, che ha rivoluzionato la società attraverso il ballo e la velocità di rotazione del giradischi. Dopo il concerto di Kubin infine, Hugo Sanchez passa in consolle con il progetto in duo Front De Cadeaux (F2C) che farà saltare tutte le regole del clubbing con le selezioni musicali di 45 giri suonati alla velocità sbagliata, a 33 giri.
“Short Theatre 2020” è ideato e organizzato da AREA06 con la supervisione e l’accompagnamento artistico di Fabrizio Arcuri e Francesca Corona. È realizzato con il sostegno di MiBACT e Regione Lazio e il patrocinio di Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Si svolge in collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e con il supporto di Institut Français Italia, Accademia di Spagna Roma, Istituto Svizzero.