Milano. Dopo l’inesauribile successo di “Mi voleva Strehler”, torna sul piccolo palco del Teatro Gerolamo Maurizio Micheli, da giovedì 19 a domenica 22 maggio, con la sua sofisticata ironia, portando in scena un nuovo personaggio vittima consapevole del senso e non-senso della vita.
Un uomo solo è in coda in un anonimo ufficio di Equitalia affianco di altri essere umani che, come lui, aspettano di conoscere il loro destino.
Protagonista è l’attesa, quella dell’assurdo quotidiano in cui trovano spazio pensieri, speranze, inquietudine, pazzie, canzoni e… illusioni. Dopo frasi di circostanza scambiate con sconosciuti personaggi immaginari, l’eterna attesa costringe Pasquale a mettersi in fila con se stesso. Che sia per conoscere il proprio destino o soltanto per pagare una bolletta, ognuno attende qualcosa. Ma solo il confronto con il proprio vissuto, con i propri pensieri, può svelare il senso profondo della vita.
“… delizia da cabaret com’era una volta, ironico, coinvolgente, intelligente. Da non perdere, ovunque vada in tournée” – Rita Cirio/L’Espresso.
“Pasquale pensa il molto del niente, all’assurdità dell’esistenziale il pensiero corre, con la lievità di un sospiro, dall’infinito di Leopardi recitato con accento barese, alla sceneggiata napoletana, alla riflessione pungente su povertà e ricchezza, al gioco di parole. Micheli, bravissimo, porge un cabaret di disparate leccornie che vanno a creare un insieme servito con brillante maestria e vivace ironia”. Magda Poli/Corriere della Sera.
“Micheli con una piroetta ilare e tragica testimonia il piccolo orrore del quotidiano che ci sovrasta. Pilotando da maestro i suoi ricordi come fossero continui Leit Motiv di quella giostra che è la vita”. Enrico Groppali/Il Giornale.