Roma. L’attesa è finita: a distanza di più di tre mesi dall’annuncio ufficiale in occasione di un live a Bologna, è arrivata su Netflix la nuova docuserie sul rocker di Zocca dal titolo “Vasco Rossi – Il Supervissuto”.
Non si tratta semplicemente di una carrellata di video o interviste inedite, ma di un vero e proprio viaggio nella storia musicale e personale di Vasco, che nel corso delle 5 puntate racconta di come sia sopravvissuto e abbia sfidato ogni limite (da qui il gioco di parole che dà il titolo alla docuserie) a partire dagli anni ’70 fino al nuovo millennio, superando profonde crisi personali e perfino malattie mortali.
La serie, firmata da Igor Artibani e Guglielmo Ariè, insieme a Pepsy Romanoff, è stata realizzata prevalentemente durante la pandemia, che anche per il rocker ha rappresentato un momento ideale per fermarsi a riflettere e fare il punto della situazione.
Non si tratta del primo documentario dedicato alla rockstar (ricordiamo infatti “Questa storia qua” del 2011 o “Il decalogo di Vasco” del 2015), ma qui l’artista parla di sé in prima persona e senza filtri, raccontando la propria versione dei fatti senza risparmiarsi attraverso musica e vita, che si fondono perfettamente in quello che egli stesso ha definito un “selfie lungo 5 ore”.
Lo sviluppo narrativo ha un ottimo ritmo, i minuti scorrono velocemente con un Vasco che non sfocia mai nell’autocelebrazione (impresa molto ardua per un artista del suo calibro) e anzi dimostra di non prendersi mai troppo sul serio, nemmeno quando racconta delle sue più grandi imprese (è suo il primato mondiale per il concerto con il più alto numero di spettatori paganti).
All’interno della serie ci sono i luoghi del cuore di Vasco Rossi, dalla sua Zocca a Los Angeles, così come le testimonianze degli amici di sempre, come Gaetano Curreri, Gianni Morandi o Valento Rossi, che accompagnano lo spettatore alla scoperta di aneddoti e materiali del tutto inediti: dietro “Il Supervissuto”, infatti, c’è un meticolosissimo lavoro di ricerca, realizzato non soltanto all’interno dell’archivio personale del rocker, ma anche grazie al fondamentale apporto della Rai, della Fondazione Cineteca di Bologna e di Punto Radio.
La visione di questo documentario è l’occasione perfetta per conoscere gli aneddoti sulla nascita delle sue canzoni più famose, da “Albachiara” a “Vado al massimo”, passando per “Colpa d’Alfredo”, ma anche scoprire l’Uomo dietro l’Artista, un artista fuori dal tempo e dagli schemi sia passati che attuali, schietto, provocatorio e capace di comunicare attraverso parole in cui chiunque può riuscire ad identificarsi.
Con l’uscita della serie è stato rilasciato anche un nuovo singolo, “Gli sbagli che fai”, non solo sigla ma anche brano – manifesto ideale per questo nuovo progetto introspettivo, già dal suo incipit (“Ho passato una sera con me, ed è stato davvero incredibile”).
“Vasco Rossi – Il Supervissuto” riesce nell’intento di restituire il ritratto sincero di un artista complesso, multigenerazionale, che è morto e rinato tantissime volte e in moltissime vite, ma sempre dimostrando a se stesso e a tutti noi che niente è davvero impossibile da raggiungere; del resto, è lo stesso Vasco a sottolineare come alla fine del suo nuovo brano ci sia una frase particolarmente importante: «Dico “prendimi la mano e raccontami che niente è impossibile”: questo è quello che fa un artista con il suo pubblico, qualsiasi artista prende i suoi fan per mano e gli racconta che niente è impossibile».
Crediti foto: Giovanni Menici.