Napoli. Dal 17 al 22 settembre al Teatro Bellini è in scena Drusilla Foer, alter ego di Gianluca Gori, con “Venere Nemica”, regia di Dimitri Milopulos.
Il testo è della stessa Drusilla in collaborazione con Giancarlo Marinelli, riscrittura ironica di “Amore e Psiche” di Apuleio, rimastale nel cuore fin da quando nel corso dell’infanzia le veniva raccontata.
Quello di Drusilla, affiancata dalla brava Elena Talenti nei panni di Psiche, è uno spettacolo poliedrico, in cui si assiste all’alternarsi di più generi: dalla commedia, alla tragedia, al varietà, alla rivista e tutti magistralmente eseguiti, perché il cantare, il recitare e il ballare le sono naturali, come il suo inconfondibile incedere, col quale con classe ed eleganza conquista il centro del palcoscenico, riempiendolo già solo con la sua figura.
Perché la bravura di questo attore-autore è proprio di intrecciare elementi diversi: il comico e il tragico – anche solo cambiando l’intensità dello sguardo, la posizione del corpo nello spazio e il suo peso, facendo sì che accompagni le battute più serie, come a volerle rimarcare, rafforzandole con il suo linguaggio non verbale.
Ancora, l’umoristico e il sentimentale, consentendole di affrontare con leggerezza argomenti, come l’amore, il dolore, la morte che sono pesanti non solo per i mortali ma anche per lei – perfetta anche nel nome, per pronunciare il quale non bisogna neanche quasi muovere le labbra – lei che fino a quel momento è sempre stata la sua sola priorità.
E pur rappresentando Venere il personaggio cattivo della favola, è qui disegnata come rivoluzionaria, perché è una dea che vive lontano dall’Olimpo e dai parenti, che odia e dopo essere nata nel mare, nella schiuma di una conchiglia, ed essere stata sposata a Vulcano – mai essere tanto diverso da lei – si è rifugiata a Parigi tra quelli che lei chiama mortali.
Grazie agli esseri umani che non credono più negli dei, lei può permettersi di vivere nell’imperfezione e di avere tutte le fragilità degli uomini, in primis la vanità, senza essere additata o criticata.
È una donna elegante che si dedica da un lato allo shopping, alle futilità di una metropoli e dall’altra è un essere pensante, capace di profonde riflessioni soprattutto sull’amore, sentimento che gli uomini e non gli dei hanno la fortuna di provare e questo è per lei fonte di sofferenza, soprattutto quando per la prima volta lo percepisce.
E questa sarà anche l’unica occasione in cui proverà un sentimento di amore: si troverà a curare le ferite di suo figlio, fuggito disperato all’amata Psiche, che non aveva rispettato il patto di non guardare il suo volto, e farà ritorno da sua madre Venere.
Quest’ultima allora odierà ancora di più Psiche, della quale era già gelosa perché altrettanto bella, e nonostante fosse mortale era riuscita a conquistare il cuore del suo figlio prediletto, Amore.
Per questo Venere nemica di Psiche, che, invece, abbandonata da Amore, cercherà rifugio proprio dalla suocera, perché sa che sarà in grado di comprenderla, a tal punto che si trasformerà nella sua migliore amica.