Milano. “Musica & Scienza” è una rassegna dell’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” giunta alla sua seconda edizione, il cui significato profondo può essere riassunto da una frase del matematico italiano Ennio De Giorgi:”Se in ogni scienza noi vediamo un ramo dell’albero della sapienza allora ogni scienza ci appare in tutto il suo significato. Capiamo allora anche il giusto significato della specializzazione scientifica, il giusto senso della professionalità che non isola dal resto del sapere, non esclude il dialogo con le altre discipline, non esclude l’impegno, sia didattico che divulgativo, di comunicare i contenuti della propria scienza a qualsiasi pubblico”. Interdisciplinarietà e volontà di comunicare a tutti, specialisti e non, sono due delle cifre che contraddistinguono Musica & Scienza, un ciclo di incontri che vede la musica colta in dialogo con le discipline scientifiche, dalla psicanalisi all’astrofisica, in un tentativo di ricerca di analogie, similarità, principi che ricorrono, e che ci aiutano, forse, a decifrare meglio la realtà in cui viviamo.
Martedì 6 ottobre e mercoledì 7 ottobre, alle ore 20.00, all’Auditorium di Milano torna un ospite graditissimo, già tra i protagonisti della scorsa edizione della rassegna multidisciplinare: Simone Iovenitti, l’astrofisico con cui un anno fa abbiamo affrontato lo studio delle pulsar, oggetti compatti di origine stellare che si sono evoluti nel tempo raffreddandosi e addensandosi e che emettono suggestivi fenomeni luminosi, paragonate alla Quinta Sinfonia di Beethoven, la cui complessità musicale è caratterizzata dalla ripetizione incessante e regolare di un unico frammento armonico: esattamente come il segnale luminoso di una pulsar.
Dall’immensamente grande all’immensamente piccolo. Dalla grandiosità dello spazio interstellare Iovenitti ci trascina all’interno della materia stessa, portandoci alla scoperta della sua struttura e delle leggi che la regolano.
In parallelo, Ruben Jais e l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, come di consueto negli incontri di Musica & Scienza, dialogano con lo scienziato a suon di musica, partendo stavolta dalla morfologia della Fuga, un tipo di struttura musicale a carattere imitativo, in cui a un soggetto che enuncia il tema corrisponde poi un controsoggetto che ne esprime una versione, per così dire, complementare, e una risposta, che nient’altro sarebbe, se non il soggetto replicato però su altezze diverse.
A partire dal capolavoro che rappresenta il quarto e ultimo movimento della “Sinfonia n.41” in Do maggiore K.551 di Wolfgang Amadeus Mozart (e in particolare nel grandioso fugato che contraddistingue il suo finale) e la “Fuga” in Sol minore BWV 578 di Johann Sebastian Bach, Ruben Jais e laVerdi offrono al pubblico di Largo Mahler la possibilità di scoprire strutture interne alla musica che ricordano le strutture della materia, in un viaggio speculativo illuminante e imperdibile.