Milano. Immersi nelle splendide creazioni floreali di Thierry Boutemy, sull’onda di una colonna sonora potente ed evocativa, il nuovo spettacolo di Pippo Delbono e della sua compagnia di attori/performer, al Piccolo Teatro Strehler dal 4 al 9 giugno, è un viaggio verso la gioia da condividere con il pubblico.
Ogni spettacolo di Pippo Delbono è un viaggio, un attraversamento di situazioni, stati d’animo, intuizioni sorprendenti. La recita di ogni sera non è più recita, ma è rito, è un apparire e un gesto unico che lega chi agisce a chi guarda in un comune respiro. Fare uno spettacolo sulla gioia vuol dire cercare quella circostanza unica, vuol dire attraversare i sentimenti più estremi – angoscia, felicità, dolore, entusiasmo –, per provare a scovare, infine, in un istante, l’esplodere della gioia, il sentimento più bello e misterioso.
Un vortice di suoni, immagini, movimenti, balli si fonde con la magia del circo, i colori dei clown e la malinconia del tango, in una girandola caleidoscopica di maschere, storie personali, emozioni, nel percorso, sempre unico, di un racconto semplice ed essenziale.
Ecco, quindi, prendere forma sul palcoscenico una pienezza di visioni, che si susseguono, si formano, si confondono e si perdono una nell’altra: centinaia di barchette di carta, sacchi di panni colorati a comporre, sembra, quel “mare nostro che non sei nel cielo” della laica preghiera di Erri De Luca, fino all’esplosione floreale, creata da Delbono assieme a Thierry Boutemy, il fleuriste normanno di stanza a Bruxelles, abituato a lavorare in lungo e in largo per il mondo.
Gli attori di Delbono vanno in scena, uno dopo l’altro, e prendono per mano il pubblico, ognuno con il suo diverso sentire, ne fanno un compagno di viaggio, parte di una comune ricerca inesauribile. Storie, maschere, danze, clownerie, memorie sono tutte sfuggenti immagini di persone alla ricerca della gioia. Così, se ogni replica è la tappa di un viaggio, ogni frammento che compone lo spettacolo è un singolo passo che Pippo Delbono e la sua compagnia di attori/performer cercano di compiere verso questa esaltazione assoluta. Ogni replica regala una sorpresa, a chi decide di mettersi in cammino e seguire il ritmo della compagnia e di questa ricerca infinita della gioia, che prosegue ancora più ispirata dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa di Bobò, fedele compagno di scena a partire dal loro incontro avvenuto nel 1995 nel manicomio di Anversa. Protagonista di molti spettacoli, icona poetica e anima del teatro di Delbono, Bobò continuerà a essere una presenza-assenza dentro e fuori la scena in questo nuovo “inno alla gioia”.