Milano. Al Teatro Gerolamo, dal 4 al 6 Novembre, andrà in scena “Il Dottor Zhivago”, da casa di Boris Pasternak alla famosa edizione di Giangiacomo Feltrinelli. Un uomo solo sulla scena, Pietro Pignatelli, che interpreta lo scrittore russo Pasternak, intento a raccontare la travagliata storia del romanzo che gli valse l’ambito Premio Nobel per la letteratura nel 1958: il capolavoro “Il Dottor Zhivago”. Per tutta risposta Pasternak venne isolato e diffidato dall’andare in Svezia a ritirarlo. Morirà due anni dopo, ancora perseguitato nel suo Paese e in povertà. All’indomani dell’uscita del romanzo in Italia, in una lettera carica di gratitudine, aveva scritto a Feltrinelli: “Il futuro ci ripagherà”. Attraverso un appassionante monologo e con l’aiuto di un grande cubo, appositamente progettato e realizzato da Ivan Paradisi, capace di aprirsi, richiudersi, muoversi e trasformarsi per riprodurre luoghi e situazioni, Pignatelli racconta la tormentata vicenda di come questo libro, tanto osteggiato quanto amato, riuscì a vedere la luce. Se possiamo continuare a leggerlo ancora oggi, il merito fu solo del coraggio di un giovane italiano: Giangiacomo Feltrinelli, editore alle prime armi che intuì immediatamente la fortuna che il romanzo avrebbe potuto avere, mettendo in discussione il modello sovietico. Ma la Russia non poteva permettere che ciò accadesse, che un semplice racconto di fantasia mostrasse tutte le sue debolezze, i suoi lati oscuri, ed è così che sulla scena Pasternak narra il suo rapporto con Feltrinelli, di come avesse affidato a lui il proprio manoscritto e delle conseguenziali pressioni esercitate su di lui dal suo governo. Nella narrazione trapela anche l’amore che lo lega alla sua Olga, musa ispiratrice, che vivrà al suo fianco tutta la vicenda. Colloquiale e incalzante, il linguaggio procede su diversi piani paralleli: la storia in sé, la storia parallela di Pasternak e Feltrinelli, la storia del narratore. Lo spettacolo è allo stesso tempo una affabulazione, una spy story e una storia d’amore.